La nuova percentuale della Caritas di Firenze fa venire la pelle d’oca: nel 2023 il numero di persone che hanno richiesto assistenza ai centri di ascolto si è ridotto del 2% rispetto all’anno precedente, stabilizzandosi a 9.151 utenti. Tuttavia, rispetto al 2019, c’è stato un incremento complessivo del 32%: segno di “un impoverimento generale e di un crescente numero di persone che si rivolgono alla Caritas”.
È quanto emerge dal rapporto povertà, a cura dell’Osservatorio povertà e risorse di Caritas Firenze.
Il numero di nuovi ingressi nel sistema assistenziale, si spiega nel report, è aumentato del 22% ed è cresciuto anche quello degli utenti presenti da oltre due anni (+34%).
Al livello di genere si nota “un significativo aumento delle donne che richiedono assistenza, che ora rappresentano il 54,5% del totale, un cambiamento sostanziale rispetto al 49,6% del 2019”.
Sull’età “i dati mostrano uno spostamento verso fasce di età più giovani, con un incremento del 64% nella fascia 18-25 anni.
Questo evidenzia come siano soprattutto i giovani adulti, spesso con responsabilità familiari, a trovarsi in situazioni di disagio economico”. Il rapporto presenta anche una sezione sulla condizione abitativa: si registra un aumento del numero di persone che vivono in appartamenti in affitto, passati dal 19,3% del 2019 al 26,2% nel 2023. Secondo il direttore della Caritas diocesana Marzio Mori “la situazione di chi si rivolge a noi per chiedere aiuto è più grave rispetto al passato. Si stanno affacciando categorie che prima erano più marginali: su tutti i giovani, le donne, e le persone che lavorano ma il cui stipendio non permette di avere una vita dignitosa”.
L’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, ha sottolineato che nel rapporto “ci sono situazioni inquietanti” e che emerge “un bisogno di ascolto e il problema abitativo, una emergenza a Firenze”. L’arcivescovo ha parlato anche del tema del turismo e del rapporto con la città: “L’accoglienza del turista – ha detto – è qualcosa di importante per la città, dobbiamo offrire qualcosa che sia all’altezza della dignità e bellezza di Firenze, in modo tale che questo non provochi una perdita di identità della città che poi andrebbe a discapito del turismo”.