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Angela Merkel: “Non feci cadere io Berlusconi. Sul salvataggio dell’euro Draghi fece da solo”

Angela Merkel: “Non feci cadere io Berlusconi. Sul salvataggio dell’euro Draghi fece da solo”

Silvio Berlusconi e Angela Merkel (foto di archivio)

L’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel esce con le sue memorie, oltre 700 pagine, in libreria da martedì 26 novembre. I quotidiani tedeschi hanno pubblicato alcuni estratti nei quali loda i “due meravigliosi capi dello Stato: Napolitano e Mattarella” ed esprime forte preoccupazione per la rielezione di Trump e il ruolo di Elon Musk.

Dei suoi rapporti con i premier italiani che si sono avvicendati a Palazzo Chigi durante i 15 anni di mandato da Bundeskanzler, la Merkel ha rilasciato delle dichiarazioni in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale smentisce categoricamente di aver avuto un ruolo nella caduta del governo di Silvio Berlusconi, come riportato dal Wall Street Journal.

BERLUSCONI – “Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico” – ha affermato l’ex Cancelliera – “non è assolutamente possibile che un capo di governo straniero causi la caduta di un altro. Questo ha sempre a che fare con i fatti interni di un Paese”. “Con Silvio Berlusconi ho lavorato più amichevolmente di quanto molti pensavano”, ha aggiunto, “si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei. Questo l’ho apprezzato. Durante la crisi dell’euro la cooperazione con lui è diventata più difficile”

PRODI – “Da cancelliera ho cooperato bene con tutti i presidenti del Consiglio italiani. Prodi e’ stato il primo, per breve tempo. Lo avevo conosciuto quando era presidente della Commissione europea. Mi aveva colpito che spingesse con entusiasmo per l’ampliamento a Est dell’Unione. Citava volentieri Helmut Kohl: ‘La Storia e’ la Storia’. Cosi’ motivava la posizione che tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale entrassero allo stesso momento”, spiega la cancelliera.

MONTI – “Mario Monti lo conoscevo e lo stimavo da quando era commissario europeo alla concorrenza. Era da un lato affascinato dalla Germania, dall’altro sempre in guardia, e a ragione, che essa a causa della sua forte economia non avesse un ruolo speciale. E’ stata la sua idea fissa da capo del governo durante la crisi monetaria”.

RENZI – Matteo Renzi si fece notare a Berlino ben prima di succedere a Enrico Letta: “Con Matteo Renzi ci fu un fatto interessante, gia’ prima che succedesse a Enrico Letta, col quale ho anche lavorato bene. Quando era sindaco di Firenze catturo’ la mia attenzione una sua intervista a un giornale tedesco, in cui diceva che l’Italia doveva semplicemente fare delle riforme. Mi piacque molto e l’ho invitato alla cancelleria”.

La Merkel continua: “Al tempo in cui molti migranti arrivavano in Europa, ho stabilito una collaborazione di fiducia anche con Giuseppe Conte. Paolo Gentiloni organizzo’ per noi leader dell’Ue una indimenticabile celebrazione per i 50 anni dei Trattati di Roma e questo ha rafforzato la coesione europea.”

DRAGHI – “Abbiamo preparato insieme con successo il G20 di Roma nel novembre 2021 sotto le difficili condizioni della pandemia”. “Nel suo ruolo di presidente della Bce, Mario Draghi – aggiunge Merkel – ha agito con grande coraggio. Conosceva i mercati finanziari e sapeva che nessuna riforma da sola, per quanto valida, li avrebbe soddisfatti, a meno che non avessimo introdotto politicamente gli eurobond. Ma sapeva anche che io non li avrei mai accettati, perché non sarebbe stato compatibile con le basi giuridiche dell’euro. Per questo motivo ha sfruttato appieno il margine di manovra a sua disposizione”.

NAPOLITANO E MATTARELLA – Devo aggiungere che durante tutti i miei anni da Cancelliera – conclude Merkel – l’Italia ha avuto due meravigliosi capi dello stato: Napolitano e Mattarella. La considero una grande fortuna per il vostro Paese”.

TRUMP E MUSK – Nella sua autobiografia intitolata “Libertà”, l’ex Cancelliera solleva timori per l’ordine democratico occidentale con Donald Trump. Rispondendo a Der Spiegel ha detto: “Se qualcuno in politica non ammette situazioni win-win, ma conosce sempre e solo vincitori e vinti, allora questo è un compito molto difficile per il multilateralismo”.

“Trump era molto curioso e voleva sapere i dettagli. Ma solo per metterli alla prova a proprio vantaggio, per trovare argomenti che lo rafforzassero e indebolissero gli altri. Più persone c’erano nella stanza, maggiore era il suo desiderio di vincere. Non puoi chiacchierare con lui, ogni incontro è una gara: tu o io”. Per Merkel, Trump non rappresenta propriamente una minaccia, ma “È una sfida per il mondo, soprattutto per il multilateralismo. Ciò che ci aspetta ora non è davvero privo di conseguenze. Semplicemente perché dietro questo presidente c’è l’economia più forte del mondo che, insieme al dollaro, ha anche una forte influenza sul sistema monetario globale. Rispetto all’impatto delle sanzioni americane, sarebbe ridicolo se dicessimo che non commerceremo più con le aziende americane”.

A preoccupare l’ex Cancelliera è in particolare l’alleanza con il miliardario Elon Musk. “Ora c’è questa sua alleanza visibile con le grandi aziende della Silicon Valley, che hanno un enorme potere di capitale… . Se una persona come lui (Musk ndr) possiede il 60% di tutti i satelliti in orbita nello spazio, ciò deve preoccuparci enormemente oltre alle questioni politiche”, conclude la Merkel.

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