Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un rapido espandersi del mercato degli affitti brevi. Soprattutto nelle città turistiche il fenomeno degli ‘Airbnb’ è diventato estremamente rilevante entrando con forza nel dibattito politico.
Anche nel recente G7 sul turismo avvenuto a Firenze pochi giorni fa il tema è stato centrale e proprio la Città di Firenze è una di quelle più interessate dal fenomeno. L’amministrazione, prima con Nardella, adesso con Funaro ha più volte sottolineato come ci sia la necessità di regole e confini entro i quali l’attività dell’affitto breve è consentita. Molti proprietari che mettono annunci per affittare casa ai turisti, non essendo questa la loro attività principale, usano frequentemente il self check-in con l’apposizione della key box sulla facciata della casa. Il centro storico di Firenze è talmente invaso dalle Key box, da arrivare a provocare una forte zione di protesta proprio nei giorni del G7.
Il fenomeno degli affitti brevi ha diverse conseguenze in termini di conflittualità con la residenza stabile, che ne risente sia in termini di qualità della vita per via del rumore e dell’insicurezza, sia in termini di valore degli immobili residenziali, a causa della contrazione dell’offerta, già scarsa di affitti a lungo termine.
La rapida diffusione degli affitti brevi ha conseguenze anche sul mercato della ricettività alberghiera, soprattutto per le strutture più economiche ed effetti sul mercato del lavoro. Da qui l’esigenza per molte città italiane, ma anche per i governi regionali e nazionali, di interrogarsi sul fenomeno e capire come regolarlo.
Non sono molti gli studi finora effettuati, ma pochi giorni fa IRPET ha pubblicato uno studio che misura l’impatto degli “Airbnb” su alcune città italiane di medie e grandi dimensioni attrattive per il turismo.
Per comprendere il fenomeno e la sua ascesa costante e veloce basta osservare i dati inseriti in questo studio. Nel 2021 le camere messe a disposizione su Airbnb erano 476mila, generando transizioni economiche per 2,9 miliardi di euro a fronte di più di 22 milioni di notti riservate, mentre nel 2023 crescono già a 600mila secondo i dati forniti da Airbnb.
Il Sole 24 ore con dati del 2018 ha mostrato anche la diversa concentrazione delle strutture indicando un valore medio di 1,98 strutture ogni 100 abitanti. La Toscana, insieme ad alcune zone dell’arco alpino e costiere è una delle regioni più interessate con valori ben al di sopra della media.
Dallo studio IRPET si ricava che a Firenze nel 2024 le strutture messe a disposizione on line sono 12.246 con una distribuzione che si concentra per la stragrande maggioranza dei casi nel centro storico: il prezzo medio a notte è di 150 euro, con un fatturato annuo medio per struttura di 38.148 euro e un tasso di occupazione annuo del 77%. Numeri che dimostrano che il fenomeno è davvero importante e significativo nell’impatto che ha sulla città da molti punti di vista, determinando uno spopolamento dei centri storici dai residenti a favore dei turisti, disegnando la città anche nel suo tessuto commerciale e nei suoi servizi più a favore di turismo che dei suoi cittadini. Un altro effetto importante, come dimostrato dallo studio dell’IRPET, è sul valore immobiliare. In Italia infatti sembra emergere una relazione positiva e importante tra la presenza di Airbnb e il prezzo delle abitazioni: maggiore è l’offerta di alloggi destinati agli affitti brevi, più elevati sono i prezzi delle abitazioni nel mercato delle compravendite.
Questo fenomeno si accentua nei centri storici dove è maggiore la concentrazione delle strutture e l’effetto ha ancora più incidenza.
Inoltre la presenza nelle città di un’offerta più organizzata in forma imprenditoriale sarebbe in grado di produrre un impatto più elevato sui prezzi delle abitazioni rispetto a una gestione degli affitti brevi affidata ai singoli.
Il ruolo di questo tipo di gestione della proprietà ha un effetto dirompente nel mercato del turismo, ma ha anche un ruolo estremamente marcato nel mercato immobiliare.
Gli studi oggi giustificano le preoccupazioni di città europee come Barcellona e Firenze e la richiesta di sostegno ai governi per una maggiore regolamentazione del fenomeno.
Airbnb cambia le città? Uno studio IRPET ha approfondito l’entità del fenomeno.
Statistica tascabile
1 Dicembre 2024 | 21:08 | Giacomo Cucini