Stavo descrivendo il gol annullato, giustamente, all’Inter. Simone Inzaghi e Raffaele Palladino discutevano con l’arbitro Doveri. Era il 16′ del primo tempo di Fiorentina-Inter. A un tratto ho visto gente correre in campo. Ranieri aveva le mani nei capelli. Dimarco era agitatissimo. Una barella cercava di farsi largo nel capannello delle maglie dei viola e dei nerazzurri intorno a Edoardo Bove, accasciato improvvisamente in mezzo al campo. Si è parlato di crisi epilettica. E’ stato bravo e attento Danilo Cataldi: ha spostato la lingua a Bove per evitare che potesse morire soffocato.
Perchè è successo? Quanto tempo ci vorrà a Edoardo Bove per tornare a correre con i suoi compagni, in una Fiorentina che voleva battere l’Inter proprio per tornare grandi e volare in classifica? Nelle prossime ore avremo risposte. La più importante, quella che ci auguriamo di cuore di leggere dal bollettino medico, è che il ragazzo stia bene e sia dichiarato finalmente fuori pericolo.
ANTOGNONI – E’ vero che la Fiorentina, negli ultimi 30-35 anni, è stata colpita da drammi e lutti. La morte di Davide Astori a Udine è ancora nei nostri occhi, così come il malore fatale che colpì Joe Barone a Bergamo. Potrei ricordare la morte improvvisa dell’allora presidente, Rodolfo Melloni, a metà degli anni Settanta, o l’incidente aereo in cui rimase vittima un altro numero uno della Fiorentina, ossia Per Cesare Baretti. Ma in campo, davanti a tutti, ricordo soprattutto il dramma di Giancarlo Antognoni: che rischiò di morire il 22 novembre 1981 per l’uscita col ginocchio alzato di Silvano Martina, portiere del Genoa. In quel periodo, “La Nazione”, giornale dove ho lavorato 41 anni, mi aveva affidato il compito di fare le “telecronache” della Fiorentina per l’emittente aziendale, Rete A. Anche allora rimasi sbigottito: Antognoni rimase in terra. I primi ad accorrere furono il massaggiatore dell’epoca, Ennio Raveggi, il mitico “Pallino”, insieme al medico del Genoa, dottor Pier Luigi Gatto. Ci fu un arresto cardiaco. Pallino gli fece la respirazione bocca a bocca. Lo stadio era precipitato in un silenzio surreale. Continuai la telecronaca con un filo di voce, per non disturbare. Antognoni venne trasportato a Careggi. C’era chi voleva affidarlo a luminari svizzeri o di Roma. Invece i Pontello, con grande realismo, decisero che fosse un grande fiorentino, il professor Pasquale Mennonna. Che il giorno dopo lo operò. E lo restituì alla famiglia, alla moglie Rita, ai figli, e anche al calcio in ottime condizioni. Annotazione: quella partita Fiorentina-Genoa non venne sospesa. Mentre Antognoni viaggiava in ambulanza verso Careggi, il gioco riprese. Altri tempi. Altre sensibilità. E da questo punto di vista non erano bei tempi.
LA CRONACA SPEZZATA – Ma torniamo, in chiusura, ai primi sedici minuti della cronaca di una partita spezzata. Ecco che cosa avevo scritto fino a quel momento.
COREOGRAFIA – Il ricordo della Repubblica Fiorentina, e della partita dell’assedio (17 febbraio 1530), per sottolineare che il calcio è nato a Firenze, ispira la coreografia della curva Fiesole “migrata” in Ferrovia. I fiorentini avevano cacciato i Medici e le truppe di Carlo V ce li riportarono ma solo dopo la morte di Francesco Ferrucci ucciso da Maramaldo a Gavinana. Chiaro lo striscione: “Popolo di Firenze, per il mondo irriverente, temuto e rispettato, il tuo spirito guerriero mai sarà domato”.
KEAN – La vittoria del Napoli (0-1) a Torino toglie l’illusione del primato in classifica per chi vince questa sfida. Le formazioni sono quelle annunciate. Pronti via e primo squillo viola Adlì (1′) arpiona la palla a metà campo e lancia Kean che entra in area ma il suo tiro è centrale: Sommer para a terra. L’Inter prova a d allungarsi: Comuzzo chiude bene su Lautaro. Riparte quasi subito la Fiorentina (4′): cerca spazio ancora Kean ma la conclusione è “strozzata” e sul fondo. Forse poteva rigiocare il pallone con i compagni. Non rilevante (10′) il contatto in area viola fra Dumfries e Bove. Doveri sente il Var, poi fa segno di proseguire a giocare.
BOVE – C’è grande attenzione a metà campo. L’Inter palleggia, la Fiorentina aspetta. Lautaro scatta e fa gol. Fuorigioco. Doveri si consulta col Var e annulla. Discussioni. Improvvisamente vedo gente correre in campo. Bove si era allacciato una scarpa, si era rialzato facendo qualche passo. Poi il crollo. L’intervento di Cataldi sulla lingua di Bove. L’arrivo dell’ambulanza. La corsa a Careggi. Quindi il ricovero in terapia intensiva. E la grande speranza di rivedere questo ragazzo in campo. Al più presto.