Ovunque capiti in Toscana ammiri qualche meraviglia, questo è ormai un dato di fatto, la cosa bella è che non si finisce mai di stupirsi, di meravigliarsi e di scoprire storie.
Sono capitato nel mezzo di una gita fuori porta in un luogo magico, un salto nel passato, uno scenario surreale, si tratta dell’oasi di Campocatino in Garfagnana.
Una valle tra le più suggestive della Toscana che oggi è anche un importante punto di riferimento per la biodiversità e la tutela ambientale, oltre che per il mantenimento e la conservazione della storia di quei luoghi. Il paesaggio intorno è caratterizzato dalle montagne dell’Appennino Tosco-Emiliano, che da quella valle si fanno ammirare con la loro bellezza selvaggia e imponente.
L’oasi si trova nel comune di Vagli di Sotto, in Provincia di Lucca, siamo a mille metri di altitudine lungo il corso del fiume Serchio. L’area è stata storicamente usata per l’attività pastorizia, importantissimo volano dell’economia della Garfagnana per secoli, sin dal medioevo. Campocatino era perfetto: ampi spazi di pascolo, molta legna da ardere e ruscelli e fiumi per l’acqua.
L’attività pastorizia era spesso il principale sostentamento familiare, ogni famiglia aveva un piccolo numero di animali che facevano pascolare in estate, mentre in inverno stavano nelle stalle e ci si occupava della lavorazione del latte.
L’ambiente è caratterizzato da tante costruzioni: tradizionali abitazioni montane utilizzate dai pastori e costruite con materiali locali in armonia con il paesaggio circostante. I materiali principali di costruzione sono la pietra e il legno, entrambi recuperati dal territorio circostante. Sul tetto venivano messi coppi in terracotta o paglia per garantire l’isolamento termico. Le case erano tutte di struttura semplice con pianta rettangolare o quadrata che si adattava alle esigenze della vita quotidiana dei pastori.
All’interno gli spazi erano minimi, ma essenziali: uno o due locali soggiorno, a piano terra una stanza per il bestiame e spazi per il deposito attrezzi o scorte alimentari; in alcuni casi erano presenti anche piccole mansarde o soppalchi. Le case erano progettate per essere in grado di resistere alle forti piogge e nevicate e con finestre piccole pensate per ripararsi dal freddo. Il fuoco del camino era alimentato con la legna che i pastori recuperavano dai boschi circostanti, unico antidoto contro il freddo. Un tempo le case dell’oasi di Campocatino svolgevano un ruolo fondamentale per i pastori, erano prevalentemente rifugi temporanei durante le stagioni di pascolo, ma anche centri di lavorazione per i prodotti derivanti dall’allevamento, soprattutto di capre e pecore, il cui latte era usato per la produzione di formaggi importantissimi per l’economia dell’area. Quelle semplici strutture erano però anche fondamentali per socializzare con i pastori che si ritrovavano la sera per socializzare e scambiarsi storie.
Quello che colpisce ancora oggi è la forte integrazione di queste strutture con il paesaggio circostante. I materiali locali conferiscono alle strutture una colorazione simile alle montagne e la loro posizione si affaccia spesso sulla vallata con panorami che sembrano quadri straordinari. I materiali naturali sono inseriti nel paesaggio in maniera discreta, rappresentando un modello di architettura sostenibile.
Con l’arrivo del XX secolo il tradizionale mestiere del pastore ha subito un forte declino, anche a causa delle difficoltà economiche e della modernizzazione agricola. Le case dei pastori furono
abbandonate e andarono in declino.
Negli anni ’90 si è riscoperto un interesse per quest’area così suggestiva e ricca di storia. Grazie all’impegno di associazioni ambientaliste della zona e alla sensibilità delle amministrazioni locali, si è realizzato un progetto di conservazione e tutela della biodiversità arrivando alla realizzazione dell’oasi. Questo è stato possibile grazie al riconoscimento della zona come area di interesse ecologico, che ospita numerose specie di flora e fauna tipiche degli ambienti montani dell’Appennino.
Oggi Campocatino è meta di molti studiosi di ecologia attirati dalla sua straordinaria biodiversità: tante le specie animali che lo abitano, fra cui cervi, cinghiali volpi e tassi; tanti i differenti uccelli migratori che lo attraversano, oltre ai pesci e agli anfibi del fiume Serchio. La sua biodiversità e varietà ambientale rendono la valle una meta prediletta per le scolaresche che possono fare varie attività di studio. Campocatino è diventata anche un’importante meta turistica: a partire dall’oasi si diramano molti percorsi trekking, con paesaggi mozzafiato.
Nel tempo molte case sono state ristrutturate con assoluto rispetto delle origini e della conservazione e sono divenute delle case vacanze.
L’oasi di Campocatino rimane un esempio di come bellezza naturale e protezione dell’ambiente
possano essere motore di sviluppo e di progettualità culturali ed economiche valorizzando la tradizione e l’autenticità dei luoghi della nostra regione, offrendo alle nuove generazioni un modello positivo e un’esperienza che ti riporta indietro nel tempo.