CAPANNORI (LUCCA) – Non è stato un malore, come ipotizzato in un primo momento, ma un caso di omicidio la morte di Artan Kaja, 52 anni albanese, trovato senza vita nella cartiera Smurfit a Capannori (Lucca) la sera del 7 gennaio 2025. L’uomo è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco.
Per l’omicidio è stato arrestato ieri, 9 gennaio 205, un 50enne albanese, che il giorno dopo il
rinvenimento del cadavere si è presentato ai carabinieri. L’uomo sarà interrogato lunedì 13 gennaio dal gip di Lucca. Secondo quanto trapela da fonti investigative formalmente l’uomo non si sarebbe costituito ma si è addossato la colpa spiegando in maniera confusa di aver sparato e gettato la pistola.
In un primo momento per la morte di Artan Kaja, titolare di una ditta di movimentazione che lavorava per la cartiera, era stato ipotizzato da fonti dei soccorritori un incidente sul lavoro, poi da fonti inquirenti a una caduta a seguito di un malore.
Il medico legale al primo esame esterno del corpo, rinvenuto in una pozza di sangue, non avrebbe comunque escluso l’aggressione fra le cause delle ferite. Ieri l’epilogo con il fermo di indiziato di reato firmato dal pubblico ministero Lucia Rugani. Sarà l’autopsia a dare ulteriori delucidazioni su quanto realmente accaduto. Intanto i carabinieri, dopo aver effettuato ulteriori sopralluoghi alla Smurfit, indagano sul possibile movente: si scava su presunte vecchie ruggini fra i due connazionali dovute a motivi di gelosia.