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FIRENZE – Stefano Massini inaugura la sua direzione artistica del Teatro della Toscana con LIBERAMENTE – una Scuola Popolare di Scrittura, ciclo di quattro incontri a ingresso libero nelle domeniche mattina di marzo tra Pergola, Rifredi, Era: 2, 23 marzo, ore 11-13: Teatro della Pergola; 9 marzo, ore 11-13: Teatro di Rifredi; 16 marzo, ore 11-13: Teatro Era di Pontedera. Tema: “La paura”, che Massini condurrà, proprio come nei suoi spettacoli, col tratto consueto del suo narrare, ironico e spiazzante, pop, graffiante ed emozionante. La paura, emozione profondamente naturale eppure sconosciuta, avvolta nell’irrazionale e cristallizzata fra i tabù.
Non è un corso, non è una scuola tradizionalmente intesa, ma un’occasione culturale aperta a tutti. L’ingresso è libero, prenotazione online consigliata su www.teatrodellatoscana.it
Gli incontri sono indipendenti e scissi gli uni dagli altri, non è richiesta frequenza obbligatoria. Ognuno potrà liberamente decidere se partecipare a uno o più incontri. La partecipazione a un incontro non implica il diritto a partecipare a quelli successivi.
LIBERAMENTE non intende assolutamente essere un corso di formazione per nuovi autori, bensì un’occasione per tutti coloro che sentano di avere qualcosa da esprimere, da condividere, o forse semplicemente da esprimere in parola scritta, senza obbligo alcuno e senza il minimo voto.
Dunque, LIBERAMENTE, in tutti i sensi che la parola contempla, a partire dal fatto che la Scuola ha luogo con porte aperte a chiunque, senza preclusioni e senza requisiti, con piena gratuità per chiunque voglia accedervi, in una collocazione (la domenica mattina) che quasi per tutti è libera dal lavoro e dalla routine settimanale.
Poi, l’avverbio LIBERAMENTE si può sciogliere nell’unico imperativo di presentarsi alla Scuola con menti libere, prive di pregiudizi e di gabbie formali, disponibili all’ascolto e soprattutto al dialogo, alla provocazione, alla messa in discussione di opinioni e di punti di vista, perché la scrittura implica sempre uno spazio di autocritica e di disamina interiore.
Ogni volta che qualcuno crea, è sempre esentato dall’obbligo della verità, per cui la penna libera è sempre una penna che, libera, mente. In ciò sta il segreto più potente dello scrivere, gioco antichissimo e necessario in cui la metafora è tutto e la realtà si mescola con la fantasia, cosicché la voce dell’impostore è la più autentica e la menzogna cela verità inaudite.
Infine, come una vaga risonanza, c’è in quel LIBERAMENTE l’eco sia della parola Liber che in latino indicava il libro, sia della parola Amen che subito rimanda al rito domenicale della messa, uno dei momenti più antichi di riunione delle nostre comunità, a cui noi affianchiamo la liturgia laica di queste due ore che alle 11 della domenica mattina proveranno a convocare la città nel tempio del teatro, affidando ai presenti brevi esercizi di scrittura che poi, magari raccolti, creeranno un grande esperimento di intervista collettiva.