
FIRENZE – È solennemente esposto nella chiesa di Badia a Settimo a Scandicci il volto del Cristo in terracotta policroma scoperta nel 2023 all’interno della sala capitolare del complesso monastico nel corso dei lavori di restauro. Dalla conformazione e dai tratti stilistici, la testa del Cristo, già ribattezzata il volto Santo di Settimo, potrebbe appartenere ad un busto della seconda metà del Quattrocento. Dopo un delicato restauro da parte della Soprintendenza, è stata riconsegnata nel giugno del 2024 all’abbazia dove sarà stata esposta, all’interno di un’apposita teca protettiva, nel corso delle festività pasquali e per tutto l’anno Santo.
“Fu rinvenuta di giovedì Santo” racconta emozionato Don Carlo Maurizi, priore di Settimo e artefice, dopo anni di impegno, della rinascita dell’abbazia insieme al patron della Savino del Bene Paolo Nocentini. “Tre giorni prima, nella Domenica delle Palme, avevamo letto in pubblico la preghiera a Cristo di Giovanni Papini, nella quale lo scrittore fiorentino invocava la presenza fisica del Signore, della Sua Persona, del suo Sguardo per quei tempi grigi e maligni, come sono, per troppi aspetti folli e dolorosi, anche i nostri. Gli archeologi e gli operai mi chiamarono emozionati e con stupore constatai con i miei occhi questo grande segno che emergeva dalla macerie.”
Questo oggetto sacro, ulteriormente da studiare e comprendere” continua don Carlo Maurizi “lo dobbiamo probabilmente ad un ignoto Maestro del monastero, che dal profondo dei secoli ce l’ha riconsegnato, perché forse nella preghiera , ci potessimo ricordare di ciò che conta davvero in questa epoca dove sembrano trionfare sguardi e scelte di guerra e violenza: l’ urgente bisogno di gesti di pace e di persone che, con il loro sguardo ispirato dal Vangelo e da un nuovo senso di umanità, possano dare una svolta di vita e di concordia alla nostra società.
Sotto al Volto è collocato il testo di una delle più belle interpretazioni della passione di Cristo scritta da Giuseppe Ungaretti: Cristo pensoso Palpito