Il 25 aprile è una data importantissima per la storia e per la memoria italiana. Conosciuta come la Festa della Liberazione, questa giornata celebra la fine dell’occupazione nazifascista e il ritorno della libertà, grazie al coraggio e alla determinazione di migliaia di uomini e donne che hanno combattuto per un’Italia libera e democratica. Il 2025 è l’80esimo anniversario, sono 80 anni di democrazia e libertà che si devono a quel momento della storia e soprattutto ai tanti sacrifici di donne e uomini. Tutti questi decenni segnano anche la scomparsa graduale delle testimonianze dirette di quel periodo, della resistenza, della lotta contro il nazifascismo, delle deportazioni, delle torture e dei massacri nei confronti di chi dissentiva con il regime.
Il dovere di tramandare alle giovani generazioni la memoria di quello che fu dovrebbe essere ancora più sentito come responsabilità e come tutela della democrazia e della libertà del nostro Paese. Invece questa data segna ancora oggi, e più di ieri di nuovo scontro politico, di nuovo divisioni, Nel 2025 ancora più del solito.
Invece, questa data segna ancora oggi, e più che mai nel 2025, di nuovo scontro politico, di nuovo divisioni.
Il coraggio dei partigiani
La storia della Liberazione d’Italia narra di tante ragazze e ragazzi impegnati nella lotta di resistenza contro le truppe nazifasciste. I partigiani, uomini e donne di ogni età e provenienza, furono i veri protagonisti di questa lotta. Armati spesso solo di speranza e idealismo, si opposero a un regime che aveva tolto loro tutto: libertà, dignità e futuro. Raccontare le loro storie significa restituire valore a gesti di eroismo spesso sconosciuti. Dai monti alle città, la Resistenza fu coraggio e determinazione che non si spezza nemmeno di fronte alle avversità più dure, il coraggio di volere, sperare e sognare un futuro migliore fatto di libertà di pensiero, di opinione, di azione.
La storia dei partigiani in Italia è un capitolo fondamentale della Resistenza contro il nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia si trovò divisa: al sud, sotto il controllo degli Alleati, e al nord, occupato dai nazisti e dalla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. In questo contesto nacque il movimento partigiano, al suo interno diverse ideologie politiche (comunisti, socialisti, monarchici, liberali, anarchici), uniti dall’obiettivo comune di liberare il Paese.
I partigiani operavano in clandestinità, organizzando sabotaggi, attacchi contro le forze nazifasciste e azioni di propaganda. Le loro attività erano spesso coordinate dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che rappresentava le varie forze antifasciste. Le donne ebbero un ruolo cruciale come staffette, combattenti e sostenitrici logistiche.
La Resistenza culminò il 25 aprile 1945, con l’insurrezione generale che portò alla liberazione di molte città italiane, tra cui Milano e Torino. Questa data è oggi celebrata come la Festa della Liberazione, simbolo della lotta per la libertà e la democrazia.
Il 25 Aprile è ancora divisivo
Il 25 Aprile rappresenta il paese democratico conquistato da ideologie diverse, storie e sogni diversi, la conquista di tutte e tutti. Il 25 aprile portò la democrazia che tutti dicono di volere, la Costituzione sulla quale chiunque ha incarichi di governo giura. Come può essere argomento e tema di dibattito politico, come può essere motivo di dibattito e scontro? Siamo più uniti in una partita di pallone della Nazionale che nel ricordare la nostra Liberazione.
Il 25 aprile è un momento per riscoprire il valore del coraggio e della libertà. Che sia attraverso un corteo, una canzone o un articolo online, è il giorno perfetto per celebrare il sacrificio di chi ha lottato per un futuro migliore. Non per tutti.
Quest’anno il governo ci ha tenuto a sottolineare che le celebrazioni dovranno essere “sobrie” in segno di lutto per il Santo Padre. Il lutto proclamato per il Papa di 5 giorni, includendo anche il 25 Aprile, è un tempo molto lungo e non è mai stato così lungo per nessun altro Papa.
Non ha mai fatto mistero questo governo di non volere scendere in piazza in questa data, tanto è vero che la Presidente Meloni aveva anche programmato viaggi all’estero, programma poi cambiato con la morte di Papa Francesco.
Ma in cosa le celebrazioni laiche non sono sobrie e in cosa mancherebbero nel rispettare il lutto e il dolore per la morte dell’amato Papa Francesco, nessuno lo ha spiegato.
Per le opposizioni invece il 25 aprile come un momento fondamentale per riaffermare i valori antifascisti e democratici. Le dichiarazioni sulla “sobrietà” sono state interpretate come un tentativo di sminuire l’importanza della Liberazione. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, esponenti dell’Alleanza Verdi e Sinistra, hanno criticato il governo, accusandolo di “allergia alla liberazione dal fascismo e dal nazismo”. L’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha confermato tutti gli eventi in programma, sottolineando che il 25 aprile rappresenta un pilastro della democrazia italiana.
Il 25 Aprile non dovrebbe essere scontro ideologico ma festa e memoria collettiva, scendiamo in piazza, onoriamo i caduti, eleviamo la Resistenza e sentiamoci liberi, armiamoci di ideali per non farci togliere pezzi di democrazia.