ROMA – Federica Frangi e Roberto Natale componenti del Cda della Rai. Sono stati eletti dalla Camera. Per Frangi hanno votato 174 deputati, mentre i voti per Natale sono stati 45. I voti dispersi sono stati 3, le schede bianche 6 e le schede nulle 3.
Nella votazione per i due componenti del Consiglio di amministrazione al Senato risultano eletti Antonio Marano con 97 voti e Alessandro di Majo con 27, come annunciato alla fine dello spoglio il presidente del Senato Ignazio La Russa. Un voto è andato a Ruggero Aricò, sono risultate due schede bianche e quattro nulle.
“Sulla Rai la posizione del Pd era quella di tutte le opposizioni fino a ieri. Al massimo chiedete ad altri perché hanno cambiato quella posizione. Rimaniamo coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un cda che è fuori legge perché il Media Freedom Act è già entrato in vigore”, ha detto in mattinata la segretaria del Pd Elly Schlein commentando le recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte sulla Rai.
“Noi siamo stati coerenti sulla Rai – ha spiegato il presidente del M5s -. Siamo con Avs, non capisco la decisione del Pd. Il cda del servizio pubblico deve essere presidiato dalle forze di opposizione. La spaccatura c’è stata da parte del Pd insieme a Renzi, che dopo la riforma della Rai del 2015 fanno questa spaccatura”.
“Il campo largo non esiste. Perché se esistesse avremmo una situazione differente – ha dichiarato il leader di Europa Verde Angelo Bonelli -. È un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo. Abbiamo molti punti in comune, ma sulla Rai abbiamo una valutazione diversa. Noi non riteniamo saggio lasciare a Telemeloni il controllo del cda”.
“La lotta intelligente e perseverante vince! Finalmente si comincia il percorso di riforma della Rai in Parlamento per liberare il Servizio Pubblico dai partiti”, ha scritto su Facebook la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia.
“Oggi – ha sottolineato – con il voto di 2 consiglieri per il Cda della Rai, il M5s e Avs hanno condiviso un obiettivo fondamentale: impedire che ci fosse un Cda privo del presidio delle forze di opposizione e che la maggioranza nominasse tutti i consiglieri di amministrazione, garantendo così un equilibrio fondamentale per il pluralismo dell’informazione e il rispetto delle diverse sensibilità del Paese”.