AREZZO – Arrestate due persone nell’ambito delle indagini di squadra mobile e carabinieri di Arezzo per i furti messi a segno nelle ditte del settore orafo di Arezzo e provincia. Si tratta di due uomini entrambi di nazionalità romena, provenienti da fuori della provincia, per i quali il gip ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per il colpo messo a segno la notte del 28 novembre 2024 nella ditta orafa Fullove a Laterina Pergine Valdarno e per il tentato furto a Tegoleto, nel comune di Civitella in Val di Chiana, all’azienda New Chain, la notte del 22 novembre.
Scoperto anche il covo che sarebbe stato utilizzato dalla banda. In particolare, si spiega in una nota degli investigatori diffusa oggi, 3 dicembre, la mattina dopo il furto alla Fullove è stato segnalato un uomo in un bar con abiti e scarponcini sporchi di fango che chiedeva di poter effettuare una chiamata. Fermato dai militari, sarebbero emersi collegamenti con il colpo alla Fullove. Nel corso degli ulteriori accertamenti, è stata fermata un’auto Lancia Y, con a bordo il secondo arrestato, che procedeva “in maniera irregolare e con fare circospetto nei pressi di una strada sterrata”, “presumibilmente utilizzata nella notte dai ladri per darsi alla fuga nelle campagne dopo il furto”.
Le indagini poi sviluppate dai carabinieri e polizia portavano “in poche ore ad individuare il covo utilizzato dalla banda fuori provincia e dove, all’esito di una perquisizione, venivano rinvenuti elementi utili ai fini delle indagini che ricollegavano inequivocabilmente i due soggetti al furto commesso la notte a Laterina Pergine Valdarno e nello specifico indumenti ed arnesi utilizzati nel corso dell’azione criminosa, oltre ad ulteriori elementi e riscontri investigativi utili al prosieguo delle indagini”. Altri elementi avrebbero poi portato “a riscontrare la presenza dei due soggetti di nazionalità romena anche sul territorio di Tegoleto, la sera del tentato furto” alla New Chains. Un plauso “all’attività d’indagine congiunta e coordinata svolta dal gruppo interforze e per i risultati raggiunti” da polizia e carabinieri è stato espresso anche dal prefetto di Arezzo.
La banda, organizzata con un sistema paramilitare, potrebbe avere le ore contate. “Di sicuro si tratta di ladri pendolari che arrivano dal loro paese – hanno spiegato i dirigenti di polizia e carabinieri – per rubare e fuggire via e non di ladri stanziali”. Alla questura di Arezzo, in attesa dei rinforzi previsti a giorni, stanno lavorando anche gli uomini dello Servizio operativo centrale che affiancano il personale: “Abbiamo ritenuto il progetto investigativo importante perché tocca un settore delicato, abbiamo partecipato ai servizi notturni proprio per dare capillarità all’intervento e sostegno a chi sta tralasciando tutto, famiglia compresa, per le indagini”, ha spiegato il dirigente Andrea Olivadese.