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Campi Bisenzio, 17enne ucciso: cerimonia per Maati. I genitori: “Lo Stato dovrà dare una risposta”

Campi Bisenzio, 17enne ucciso: cerimonia per Maati. I genitori: “Lo Stato dovrà dare una risposta”

Il sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri con la madre della vittima, Silvia Baragatti (foto dai social)

CAMPI BISENZIO (FIRENZE – Erano circa 100 le persone che si sono ritrovate stamattina, 5 gennaio 2025, alla cerimonia di ricordo a Campi Bisenzio (Firenze) per il 17enne Maati Moubakir, ucciso domenica 29 dicembre 2024 in un omicidio ancora senza colpevoli dopo aver trascorso una serata alla discoteca Glass Globe. In via Tintori fiori e bigliettini indicano il punto in cui Maati è stato trovato morto dissanguato e per lesioni ad organi vitali causategli dalle coltellate inferte da più aggressori.

Nel raccoglimento generale, durato circa 20 minuti, c’è stato un minuto di silenzio. Il padre, un uomo di origine maghrebina, ha detto una breve preghiera nella sua religione, musulmana. “Chiediamo giustizia per nostro figlio, perché la sua vita è stata spezzata ingiustamente – ha detto Farid Moubakir – Maati non era solo nostro figlio: era il figlio di tutti noi, un ragazzo pieno di sogni e speranze, come tanti altri. Questo dolore non dovrebbe mai colpire una famiglia, non dovrebbe mai colpire nessuno. La sua morte ci ricorda quanto sia importante proteggere e sostenere i nostri giovani, perché ogni vita vale e ogni vita merita giustizia. Non mi fermerò finché non sarà fatta chiarezza, affinché nessun altro debba vivere quello che stiamo vivendo noi”.

Farid Moubakir, artigiano edile, era con la madre di Maati, Silvia Baragatti, la loro figlia più piccola, e i due figli, più grandi di Maati, avuti dal padre Farid in una precedente relazione. Il sindaco Andrea Tagliaferri ha accolto i genitori indossando la fascia tricolore e consegnando loro un mazzo di fiori.

La madre di Maati: “Sono sicura che le forze dell’ordine stanno facendo il loro lavoro, ma poi la risposta deve essere da parte dello Stato” ossia “che qui non passi più il messaggio di un Paese dove si può fare tutto, dove non si punisce nulla, dove si sente dire ‘Eh… tanto non mi fanno nulla… eh tanto dopo due anni sono fuori…La mia missione di vita, ora, è avere giustizia per il mio figliolo. Maati non andrà nel dimenticatoio, questa storia non andrà nel dimenticatoio.”

“Ora prevale la rabbia, le lacrime sono finite – ha aggiunto tra le lacrime la madre Silvia -, è una settimana che si piange, una famiglia intera e tutta la comunità” di Certaldo.

Per quanto riguarda le indagini, dopo la nota della Procura di Firenze che informava di un rinvio dell’autopsia, per motivi tecnici, la famiglia è in attesa di conoscere la nuova data e gli sviluppi che l’esame autoptico potrà dare all’omicidio del figlio.

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