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Caso Almasri, Meloni: “Avanti per difendere l’Italia”. Stop ai lavori parlamentari. Giulia Bongiorno difenderà Premier e ministri

Caso Almasri, Meloni: “Avanti per difendere l’Italia”. Stop ai lavori parlamentari. Giulia Bongiorno difenderà Premier e ministri

Giorgia Meloni (Foto Governo.it)

ROMA – Giorgia Meloni, il giorno dopo, ribadisce sui social: “Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada”.

La Premier e i ministri saranno difesi da Giulia Bongiorno , che ha portato a casa l’assoluzione di Matteo Salvini (“il fatto non sussiste”) nel processo di Palermo. Giulia Bongiorno ora sarà chiamata a rappresentare Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso del libico Almasri.

Intanto il ministro dei rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, al termine della riunione dei capigruppo ha detto: “Il governo non scappa da nessun confronto con il Parlamento, oggi eravamo pronti a riferire, c’è però una questione nuova, eclatante, credo senza precedenti. Un’informazione di garanzia e c’è la necessità da parte del governo di riflettere un attimo su cosa e quando riferire al Parlamento. Appena possibile comunicheremo al presidente della Camera chi e quando riferirà”. Serve “solo differire qualche giorno”. “Si sta valutando se è opportuno o no” che siano Nordio e Piantedosi “e questo vale a maggior ragione per la premier”.

PARLAMENTO – I lavori delle Aule di Camera e Senato sono sospesi fino a martedì. Lo hanno deciso le Conferenze dei capigruppo su richiesta delle opposizioni, dopo le mancate informative dei ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almasri e l’inchiesta in cui è coinvolta la premier Meloni. 

I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi hanno inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per comunicare che “a seguito dell’informazione di garanzia ricevuta, in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio, non sarà possibile rendere le informative previste” oggi sul caso Almasri. Lo riferisce il ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani dopo la riunione dei capogruppo alla Camera.

“Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave”, ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione e parlando insieme ai colleghi del M5s. Avs e Italia viva. La prossima capigruppo è stata convocata martedì alle 15.

COPASIR – A quanto si apprende, nell’audizione oggi al Copasir del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durata circa un’ora e un quarto, non si è affrontata la vicenda del libico Osama Njeem Almasri, sulla base di interlocuzioni preliminari che il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini, ha avuto con il guardasigilli. L’audizione si è svolta quindi sugli altri punti precedentemente convenuti. Sul caso Almasri il Copasir svolgerà comunque un approfondimento.

ANM – Il segretario dell’Anm Salvatore Casciaro in merito all’avviso ai vertici di governo della denuncia sul caso di Almasri: “Mettere in relazione le critiche della magistratura associata alla riforma con quanto accaduto è semplicemente assurdo. I magistrati fanno il loro dovere quotidianamente con rigore, professionalità e imparzialità. Il fatto che ci possa essere una valutazione critica sulle iniziative di riforma costituzionale non ha alcuna attinenza con altro. Mi sembra disinformazione anche solo adombrare simili scenari e mi rincresce che dichiarazioni di questo tipo, non improntate a rispetto fra istituzioni, provengano da chi ricopre cariche istituzionali. Si tratta di una comunicazione di avvenuta trasmissione degli atti al tribunale dei ministri, così dice la legge”.

“La comunicazione di avvenuta trasmissione degli atti al tribunale dei ministri – ha continuato – è un atto dovuto, contemplato da una legge costituzionale che prevede che l’attività di indagine venga svolta dal tribunale dei ministri e non dalla procura della Repubblica. Solo in caso di denunce manifestamente infondate e fantasiose ci potrebbe forse essere un margine ridottissimo di valutazione ed evidentemente non è stato ritenuto un caso rientrante in quella tipologia”.

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