
(Foto d’archivio)
Settimana decisiva, per il governo italiano, sul fronte della risposta ai dazi americani. Giorgia Meloni torna a invitare alla calma nel videomessaggio inviato al Congresso della Lega. Anche se pensa di fare un blitz da Trump, alla Casa Bianca, prima di ricevere Vance a Roma. “Affronteremo il tema – dice – con determinazione e pragmatismo, senza allarmismi”.
La presidente del Consiglio ribadisce di non aver condiviso la scelta degli Stati Uniti, e aggiunge: “Siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti, negoziali ed economici, necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati”. A stretto giro, per cercare e condividere soluzioni, ci sono la riunione della task force di governo sul tema, in programma lunedì pomeriggio, e l’incontro con le imprese fissato per martedì.
Sullo sfondo, come detto, l’ipotesi di una visita alla Casa Bianca per un bilaterale con il presidente Donald Trump nei primi giorni della settimana del 14 aprile. Nel caso, comunque prima dell’arrivo a Roma del vicepresidente americano JD Vance previsto per Pasqua. Tra le preoccupazioni delle imprese e un possibile ponte con gli States, resta il rapporto con l’Unione europea, ancora alla ricerca di una risposta comune alla sfida dei dazi.
In attesa delle indicazioni che arriveranno dalla riunione dei ministri del Commercio Ue, che si svolgerà lunedì mattina in Lussemburgo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen esprime la sua preoccupazione al primo ministro britannico Keir Starmer. Al quale ribadisce “l’impegno dell’Ue nei negoziati con gli Stati Uniti, chiarendo al contempo che l’Ue è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario”.
L’annuncio della risposta europea ai dazi dovrebbe arrivare il 15 aprile, proprio a ridosso di un ipotetico viaggio di Meloni negli States. Il cui obiettivo resta ancora da precisare. Da una parte, sul fronte interno, la Lega spinge da giorni per aprire una trattativa bilaterale Italia-Usa a tutela delle imprese italiane, dall’altra, Forza Italia preme per agire in una cornice esclusivamente europea. Su un punto, però, gli alleati di governo sembrano convergere: la revisione del Green Deal. Ed è la stessa presidente del Consiglio a tornare sull’argomento nel videomessaggio al Congresso della Lega.
“Torneremo a chiedere con forza all’Europa di rivedere le normative ideologiche del Green deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni”, insiste Meloni. Al Green deal si aggiunge un altro nodo europeo, che riguarda la richiesta di revisione del Patto di Stabilità, da subito messa sul piatto dalla premier e rilanciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Per la premier, lo scopo è chiaro: “L’unica cosa che ci interessa è fare l’interesse dell’Italia e degli italiani”, dice alla platea leghista di Firenze, a cui invia un messaggio, dall’autonomia al premierato, “rispetteremo il programma di governo punto per punto. Pancia a terra fino alla fine della legislatura”.
Da Firenze arrivano però almeno due ostacoli per l’esecutivo. Dal congresso che incorona Salvini si leva forte la richiesta per riportare il leader al Viminale. Lui non si tira indietro: “Disponibile, ne parlerò con Meloni”, dice. E insieme a questo leitmotive, che aveva già generato tensioni in passato, se ne ripresenta un altro: la richiesta che nelle Regioni del Nord corrano per il centrodestra candidati leghisti. Aspirazioni che non lasciano indifferente Fratelli d’Italia.
“Squadra che vince non si cambia”, commenta Marco Osnato, responsabile economico del partito. Che sull’ipotesi di Salvini al Viminale taglia corto: “Dubito possa trovare concretezza”. E sulla questione governatori, risponde: “Ci sono anche altre forze politiche che hanno un maggior consenso sul territorio che legittimamente chiedono la guida di Regioni importanti, se ne discuterà”.