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FIRENZE – Avrebbe avuto diritto al farmaco per accedere al suicidio assistito, ma è morta prima che arrivasse l’ordinanza del tribunale di Firenze. Lo scrive La Nazione. Protagonista una 70enne fiorentina che soffriva di una grave forma di malattia respiratoria e morta una settimana fa, dopo aver fatto ricorso alla sedazione palliativa, alla vigilia dell’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio regionale della Toscana.
La donna aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito a febbraio 2024; dopo cinque mesi, nonostante fosse stato approvato il protocollo medico, non aveva ricevuto né i farmaci né le attrezzature di uso ospedaliero. Da qui il ricorso per chiedere la condanna dell’Asl all’erogazione di quanto richiesto, ma il tribunale civile di Firenze aveva confermato il ‘no’ dell’Azienda sanitaria. Sabato scorso, invece, la quarta sezione civile del tribunale ha accolto il ricorso del team legale della donna, guidato da Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni.
Secondo i giudici se l’esercizio di un diritto fondamentale, come quello dell’autodeterminazione terapeutica, “rappresenta un’esplicazione della persona umana”, era “compito dell’Asl eliminare gli ostacoli che si frapponevano alla realizzazione del diritto, mettendo a disposizione di Gloria tutto il materiale farmacologico non reperibile sul mercato”, così come “le strumentazioni ospedaliere per lei necessarie al fine di porre in essere una procedura giudicata idonea e legittima dalla stessa reclamata”.