BOLOGNA – E’ rimasta incompiuta, la scalata della Fiorentina. La nona vittoria consecutiva è rimasta un sogno dissolto nella nebbiolina, lattiginosa e fastidiosa, che ha avvolto lo stadio Dall’Ara. Giornataccia. Per tanti motivi che andremo ad analizzare. Ma soprattutto per l’assenza forzata di Raffaele Palladino, sconvolto dalla perdita di mamma Rosa, alla quale, naturalmente, era legatissimo. Un abbraccio condoglianze, caro Raffaele. Ci siamo passati. La vita deve continuare. E anche per la Fiorentina torneranno momenti migliori rispetto a questa partita che Vincenzo Italiano voleva vincere a ogni costo. Andando anche contro il suo credo calcistico. Due le sue mosse azzeccate: non ha pressato alto, come faceva quando era sulla panchina viola, e soprattutto ha saputo blindare Kean in mezzo ai suoi difensori centrali. Poi deve aver chiesto ai suoi una prestazione super, direi addirittura muscolare, mai vista nemmeno nelle partite che il Bologna ha disputato nella non brillantissima partecipazione alla Champions.
PALLADINO – Che cosa è mancato alla Fiorentina? Soprattutto Palladino in panchina, con tutto il rispetto per il pur bravo e diligente vice, Stefano Citterio. Con l’allenatore lì a bordo campo, capace di correggere in corsa posizioni e allineamenti, forse il centrocampo avrebbe sofferto meno. Cataldi è stato un l’ombra del giocatore-trascinatore. E Adlì ha concluso la partita praticamente sfinito. E Gudmundsson, che sembra non avere più di un tempo nelle gambe, è andato, come si diceva una volta, a corrente alternata. E quando è uscito (14′ della ripresa) il Bologna è passato in vantaggio. E secondo me comincia a pesare, a metà campo, anche la mancanza di Bove, che era il sostegno mobile, grazie alla sua corsa continua, per Cataldi e Adlì. La difesa ha sofferto. Nemmeno Comuzzo, verso la fine, ne aveva più. L’ammonizione l’ha presa proprio per lo sfinimento dopo una partita, anche per lui, elettrica. Kean? Prigioniero dei suoi marcatori. Aveva segnato. L’arbitro Fabbri, che n on mi è piaciuto, ha annullato.
BOLOGNA – Detto tutto questo, aggiungo i complimenti al Bologna. Nelle gare di Champions che ho visto non è stato mai così ossessionante e manovriero. Ovvio: Italiano ci teneva a vincere questa partita. Ma la sua non è una vittoria piena, almeno dal suo punto di vista, perchè sulla panchina viola Palladino non c’era. In ogni caso il Bologna rilancia le proprie ambizioni europee salendo a 25 punti, mentre la Fiorentina rimane a quota 31, ancora in piena zona Champions. Avvio equilibrato, con entrambe le squadre corte e attente in difesa. Il possesso palla diventa fondamentale per provare ad aprire spazi nella difesa avversaria, con la Fiorentina che si affida a Gudmundsson.
DE GEA – La prima occasione però è del Bologna: Ndoye taglia il campo e serve Dominguez, che calcia a giro ma trova la parata di De Gea. Poi Gudmundsson ci prova: l’islandese supera Skorupski in pallonetto senza però riuscire a inquadrare la porta. I viola trovano il vantaggio al 19′ con Kean, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Passano i minuti e il match si fa fisico, con molti duelli in mezzo al campo e poche occasioni.
CATALDI – Sul finale di tempo è Cataldi ad avere sul destro la palla buona per il vantaggio della Fiorentina, ma calcia alto. Pochi minuti dopo, Skorupski si supera su Kean e Beltran non trova il pallone in tap-in. La risposta del Bologna è affidato a Ndoye, dolorante per un contrasto precedente, che si inserisce bene in area e sfiora il palo.
ODGAARD – Parte forte il Bologna nel secondo tempo: Castro colpisce il palo da ottima posizione, poi è Pobega a impegnare De Gea da fuori area. Il portiere è ancora decisivo poco dopo sulla conclusione di Odgaard. Gudmundsson esce: entra Sottil. E Odgaard firma il vantaggio rossoblù. E’ il 14′: Dominguez scappa sulla destra e mette una bella palla al centro dove arriva Odgaard, che apre il piatto destro e batte De Gea.
RICHARDSON – La Fiorentina accusa il colpo. Il Bologna sfiora il raddoppio: Castro serve con un bell’esterno l’inserimento di Holm, che da centro area calcia clamorosamente alto. Arrivano i cambi: Citterio toglie Cataldi e manda in campo Ikonè, Kouamè, Parisi al posto di un Gosens non al meglio. E anche Richardson. Proprio avrebbe la palla buona per pareggiare: colpisce di testa da fermo, senza tentare di girare il pallone in porta dove Skorupski non potrebbe arrivare. La conclusione, invece, è centrale. Il portiere del Bologna para. E consegna la vittoria alla sua squadra. Ma dai Fiorentina: è stata solo una giornataccia. Da dimenticare vincendo le prossime partite. A cominciare da quella di Conference, giovedì, in Portogallo. E battendo l’Udinese per fare degnamente gli auguri di Natale, il 23 dicembre, a Firenze e ai tifosi.
Tabellino e pagelle
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski 6.5; De Silvestri 6.5 (37′ st Posch sv), Beukema 6.5, Lucumi 7, Holm 5.5 (32′ st Lykogiannis sv); Freuler 6.5, Pobega 6; Dominguez 7.5 (37′ st Iling Junior sv), Odgaard 8, Ndoye 5 (1′ st Ferguson 6); Castro 7.5 (45′ st Dallinga sv). Allenatore: Italiano 7
FIORENTINA (4-2-3-1): De Gea 6.5; Dodo 5.5, Comuzzo 5.5, Ranieri 6, Gosens 5.5 (36′ st Parisi sv); Cataldi 6, (25′ st Richardson 5.5), Adli 6; Colpani 5.5 (25′ st Ikone 5.5), Gudmundsson 5 (12′ st Sottil 5,5), Beltran 5.5 (36′ st Kouame sv), Kean 5,5. Allenatore: Citterio 5,5
ARBITRO: Fabbri di Ravenna 5,5
MARECATORE: 14’st Odgaard
NOTE: I tifosi del Bologna hanno esposto due striscioni per ricordare Sinisa Mihailovic e l’esplosione di Calenzano. I sostenitori della Fiorentina hanno invece omaggiato con uno striscione il tecnico Raffaele Palladino, assente per la perdita della madre
Spettatori: 26.000 circa
Ammoniti: Pobega, Dodo, Lykogiannis, Comuzzo
Angoli: 3-1 per la Fiorentina
Recupero: 2′; 4′