
ROMA – L’agenzia Fitch ha confermato il rating dell’Italia a ‘BBB’ con outlook positivo. Lo rende noto l’agenzia. Nella valutazione, tra i punti di forza e di debolezza del rating, Fitch sottolinea che quest’ultimo “e’ supportato dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza all’eurozona e da istituzioni solide rispetto alla mediana della categoria ‘BBB’. Questi punti di forza sono bilanciati da fondamentali macroeconomici e fiscali deboli, in particolare un debito pubblico molto elevato e un potenziale di crescita ancora basso”.
E ancora: “Le prospettive positive riflettono rischi fiscali e finanziari ridotti a medio termine da livelli di debito eccezionalmente elevati grazie a una migliore stabilità politica e gestione fiscale. Riflettono anche una certa resilienza prevista e un margine di valutazione di fronte a venti contrari economici e di finanza pubblica da rischi esterni elevati e incertezze geopolitiche”.
Inoltre, prosegue Fitch nella valutazione, nel 2024 il deficit/Pil e’ stato del 3,4% (avanzo primario dello 0,4%), “superando le nostre previsioni del 3,7% e le previsioni del governo di ottobre del 3,8%”. L’agenzia “prevede che il deficit si riduca al 3% del Pil nel 2025 e al 2,7% nel 2026”.
E prosegue: “Il rapporto debito/Pil dell’Italia era del 135,3% nel 2024, piu’ del doppio della mediana ‘BBB’ del 54,7% del Pil e uno dei piu’ alti tra i pari con rating Fitch. Lo slancio di riduzione del debito e’ stato di recente forte, poiche’ l’Italia ha riportato il suo debito ai livelli pre-pandemia, uno dei pochi paesi dell’eurozona a raggiungere questo risultato”.
E sulla situazione politica: “Dalle elezioni generali del 2022, l’ambiente politico italiano è stato stabile, fornendo una piattaforma per la pianificazione economica e fiscale a medio termine. Ci aspettiamo che la stabilita’ politica continui, sostenendo il consolidamento fiscale. A nostro avviso, la credibilita’ fiscale e’ aumentata e il bilancio 2025 sottolinea l’impegno del governo nei confronti delle norme fiscali dell’Ue. Ha inoltre consentito all’Italia di guidare i paesi dell’Ue nel raggiungimento delle tappe e degli obiettivi dell’iniziativa Next Generation EU (NGEU). In passato, governi deboli e instabili hanno impedito l’attuazione delle riforme, portando a slittamenti fiscali e contribuendo all’incertezza degli investitori”.