“Io dovrei essere in Libano venerdì”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in aula alla Camera, oggi pomeriggio, 15 ottobre 2024, in sede di replica nel dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Nel suo intervento al Senato, nella mattinata, la Premier aveva bollato Israele, senza se e senza ma, per gli attacchi a Unifil: “Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile” l’attacco di Israele all’Unifil “ed è la posizione che l’Italia ha assunto con determinazione a tutti i livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni” alla stabilità del confine tra Israele e Libano.
Giorgia Meloni ha poi sottolineato che “l’atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu”. Bisogna “lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi.
“In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane – ha ricordato la premier – le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione Unifil delle Nazioni Unite sono state colpite dall’esercito israeliano”. Un atto che non si può “considerare accettabile” come “io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu”. Meloni ha sottolineato anche che “per contro, non si può non tenere presente la violazione della stessa risoluzione compiuta negli anni da Hezbollah, che ha operato per militarizzare l’area di competenza di Unifil”.
“Ricordare e condannare con forza ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023 è il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché sempre più le pur legittime critiche a Israele si mescolano con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas ed Hezbollah, e questo, piaccia o no, tradisce altro. Tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita”.
“Abbiamo deliberato contributi pari a 5 milioni di euro per le attività di Unrwa in Cisgiordania e a sostegno dei rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania. L’Italia rimane disponibile a sostenere progetti specifici dell’Agenzia, ma esclusivamente a seguito di un controllo scrupoloso volto a impedire qualsiasi forma di commistione con attività terroristiche”.