FIRENZE – Per la prima volta il Museo del Louvre di Parigi dedica una mostra a Cimabue, uno dei più importanti artisti del XIII secolo. L’esposizione “Revoir Cimabue. Aux origines de la peinture italienne”, dal 22 gennaio al 12 maggio, è il risultato di due importanti eventi legati al maestro di Giotto per il museo: il restauro della Maestà e l’acquisizione di una tavola inedita di Cimabue, “La derisione di Cristo”, riscoperta in Francia nel 2019 e classificata come ‘tesoro nazionale’.
I due dipinti, il cui restauro è stato completato nel 2024, costituiscono il punto di partenza di questa mostra, che riunisce circa quaranta opere per evidenziare la straordinaria ricchezza e l’innegabile novità dell’arte di Cimabue, pseudonimo di Cenni (Bencivieni) di Pepo (Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302).
Il pittore, ricorda il Louvre in un comunicato, è stato “uno dei primi ad aprire la strada al naturalismo nella pittura occidentale, cercando di rappresentare il mondo, gli oggetti e i corpi così come esistono. Con lui, le convenzioni di rappresentazione ereditate dall’arte orientale, fino ad allora molto apprezzate, lasciano il posto a una pittura inventiva, che cerca di suggerire lo spazio tridimensionale, i corpi in volume e modellati da sottili gradazioni, le membra articolate, i gesti naturali e le emozioni umane”.
Dopo una sezione introduttiva dedicata al contesto della pittura in Toscana, e in particolare a Pisa alla metà del XIII secolo, il percorso si concentra sulla Maestà del Louvre: le novità evidenti in questo dipinto hanno portato alcuni storici dell’arte a definirlo “l’atto di nascita della pittura occidentale”. Oltre a restituire la varietà e la sottigliezza dei colori, il restauro ha permesso di riscoprire molti dettagli che erano stati oscurati dalle sovradipinture, evidenziando il fascino di Cimabue e dei suoi committenti per l’Oriente, sia bizantino che islamico.