
(Foto Consiglio regionale della Toscana)
FIRENZE – Se n’è andata, a quanto pare in polemica con la capogruppo in Consiglio regionale, Irene Galletti. Silvia Noferi ha deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle per passare al Gruppo misto.
“Il 7 aprile – spiega Noferi – ho inviato una lettera al presidente Conte per denunciare la situazione nel gruppo, senza ricevere risposta. E non è la prima volta”. Noferi elenca gli episodi, a partire dal 2023: dal poter visionare i bilanci alla gestione dei dipendenti, passando per il rifiuto di Galletti a fare il passaggio di testimone da capogruppo, dopo 18 mesi, come previsto dal nuovo statuto del M5s.
“Nessuno mi ha risposto su questa violazione – afferma -, si vede che va bene così”. Più di recente, invece, ricorda ancora Noferi, la mancata convocazione alla prima assemblea regionale pentastellata di sabato scorso a Prato, “dove nessuno mi ha neanche salutato e dove nessuno ha ricordato Gianroberto Casaleggio, morto proprio il 12 aprile”.
Ma anche “il silenzio sulle trattative fatte in gran segreto col Pd per prendere il posto di Casucci come vicepresidente del Consiglio regionale” e, appena pochi giorni fa, la mancata presentazione di un ‘question time’ sul caso dei rifiuti finiti nel torrente Rovigo, a Palazzuolo sul Senio, dove Noferi aveva fatto un sopralluogo, a causa dell’assenza di Galletti alla conferenza dei capogruppo, senza esser stata avvisata.
“E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, vorrei almeno poter presentare gli atti in Consiglio regionale”, si è lamentata Noferi. Che non esclude una ricandidatura alle prossime Regionali: “Ho ricevuto offerte da altri partiti, prima però voglio vedere i programmi”, ha detto, “sono pronta a dare una mano al centrosinistra anche stando nelle retrovie perché siamo in una fase di emergenza democratica e non è possibile ignorarlo”.
Anche se sarà ricandidato Giani? “Non ha proprio la mia sensibilità ambientalista – conclude Noferi – ma per esempio sulla vicenda Gkn se non avesse finanziato la legge sui consorzi industriali (di cui Noferi era prima firmataria, ndr), non sarebbe mai stata approvata”.