ROMA – Il 25 febbraio 2025, la Corte di giustizia dell’Unione europea sarà chiamata a decidere in merito alla questione dei Paesi sicuri. La Cassazione, accogliendo la richiesta della Procura generale, ha “sospeso ogni provvedimento”. Si legge nella ordinanza “interlocutoria” in merito al ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania.
Sulla definizione di paesi sicuri “il giudice della convalida, garante, nell’esame del singolo caso, dell’effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto”.
E’ quanto scrivono i giudici della prima sezione Civile della Cassazione nella “ordinanza interlocutoria” in merito ai ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso.
La Cassazione, accogliendo la richiesta della Procura generale, in tema di definizione di Paesi sicuri, ha quindi “sospeso ogni provvedimento” in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea.
“Al dialogo tra giurisdizioni la Corte di Cassazione partecipa offrendo, nello spirito di leale cooperazione – si legge nell’atto di 35 pagine – la propria ipotesi di lavoro, senza tuttavia tradurla né in decisione del ricorso né in principio di diritto suscettibile di orientare le future applicazioni”.
Naturalmente la polemica politica non è sopita: il Centrodestra afferma che giustizia è fatta, visto che la Cassazione ha interpretato in modo corretto la legge. Mentre il Centrosinistra replica che si tratta di una “lettura sbagliata” e che la questione del trasferimento dei migranti in Albania “non è affatto risolta”. Il governo, però, va avanti. Il sottosegretario alla giustizia, Delmastro, ritiene che la Cassazione “abbia smentito sinistra e immigrazionisti”.