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Migranti, Salvini torna in piazza: “La sentenza mi ripaga di amarezze. Ma la riforma della giustizia è urgente”

Migranti, Salvini torna in piazza: “La sentenza mi ripaga di amarezze. Ma la riforma della giustizia è urgente”

Matteo Salvini in piazza con lo striscione: “Il fatto non sussiste”
(Foto dal profilo Facebook di Salvini)

ROMA – Matteo Salvini sceglie la piazza di Roma per prendersi più di qualche soddisfazione e lanciare frecciatine all’indomani dell’assoluzione del Tribunale di Palermo. Alle Ong, che “ieri avevano i musi un po’ lunghi” e ora “andranno a festeggiare con Soros”; e alle opposizioni, a partire da Conte “lo smemorato”. La sentenza dei giudici di Palermo “è il riconoscimento che ho fatto il mio dovere e che mi ripaga di tante amarezze”, dice il vicepremier; il riconoscimento “che una politica seria di contrasto all’immigrazione clandestina non solo è legittima ma è doverosa”.

Ma il ministro ne ha anche per la sua maggioranza. Lo si capisce quando i cronisti gli fanno la domanda su un suo possibile ritorno al Viminale: “”Sto bene dove sto”. Ma aggiunge subito: “Per ora…”. Il leader della Lega ricorda poi con piacere la parentesi alla guida del ministero. “Il Viminale è una macchina eccezionale. Avere la responsabilità della sicurezza degli italiani e coordinare la Polizia di stato è qualcosa di stupendo”. E rivendica fiero: “Quello che ho fatto al ministero dell’Interno è stato assolutamente corretto. Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato: ‘non puoi tornare al Viminale perché sotto processo, sei potenzialmente un criminale’…questa cosa cade”. Certo ora c’è Piantedosi. “É un amico, un fratello. Non corro per sostituirlo”.

Sarà il tempo a dire se sono solo parole di circostanza. Per ora Salvini si gode il bagno di folla a Largo di Torre Argentina dove i giovani della Lega gli consegnano uno striscione con la maxiscritta ‘Il fatto non sussiste’, gridando “grazie Matteo”. C’è anche qualche parlamentare come Simonetta Matone e il sottosegretario al ministro del Lavoro Claudio Durigon.

Ripercorrendo il periodo tra la decisione assunta su Open Arms e la sentenza, Salvini parla di “tre anni impegnativi. Avevo promesso agli italiani di bloccare l’immigrazione di massa. L’ho fatto, non pretendevo medaglie, però neanche sei anni di galera e sono contento – sottolinea -. Sono contento per i miei figli, per la mia famiglia, per la comunità della Lega perché da oggi nessuno può dire che le idee della Lega, le politiche di governo della Lega, le azioni della Lega sono al di fuori della legge”.

Poi l’attacco al leader del M5S Giuseppe Conte: “Non l’ho sentito ma a me, onestamente, di Conte mi interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale perché non voglio il male di nessuno. Ma io non sono abituato a fuggire dalla mia responsabilità, a differenza di altri. Quando faccio una cosa ci metto la faccia, non sono abituato a cercare capro espiatorio o colpevoli. In quel tribunale ho sempre detto ‘rivendico tutto quello che ho fatto’, e se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me”.

In tanti l’hanno chiamato o gli hanno mandato messaggi dopo l’assoluzione, “Giorgia (Meloni, ndr) è stata una delle prime a chiamarmi. Mi hanno fatto piacere anche i tanti messaggi di politici di sinistra, sindaci, governatori, parlamentari, ex-ministri, perché un conto è la battaglia politica, un conto è volere il male degli altri. Onestamente ho un migliaio di messaggi a cui non sono ancora riuscito a rispondere, mi ci dedicherò fra domani e dopo. Mi ha fatto molto piacere il sostegno di Elon Musk che ritengo persona illuminata”.

Sostegno e congratulazioni sono arrivati dalla Francia, con Marine Le Pen e Jordan Bardella del Rassemblement National, dal premier ungherese Viktor Orbán, dal leader spagnolo di Vox Santiago Abascal. Salvini ha anche avuto una telefonata col ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, felice per l’assoluzione, e ha parlato con l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. Domani si replica, a Milano.

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