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Multe stradali congelate anche per il 2025. E arrivano 5mila nuovi insegnanti di sostegno

Multe stradali congelate anche per il 2025. E arrivano 5mila nuovi insegnanti di sostegno

Stop anche al rincaro delle multe stradali, dopo quelle ai no vax. Non si rivaluteranno all’inflazione nemmeno nel 2025. La maggioranza prosegue sulla strada delle proroghe anche se non sempre in maniera compatta: se la Lega esulta per la cancellazione delle sanzioni a chi non si è vaccinato contro il Covid, Forza Italia insiste nel difendere quell’obbligo e rimanda alla discussione in Parlamento, quando il decreto Milleproroghe approderà per la conversione.

Intanto, nella manovra, spunta un emendamento che potrebbe far aumentare di 5.000 unità il corpo decente dedicato al sostegno. Il nuovo testo del decreto Milleproroghe, approvato lunedì dal Consiglio dei ministri e ancora non pubblicato nella Gazzetta ufficiale, fa slittare anche per il 2025 l’aggiornamento biennale all’inflazione delle multe stradali previsto dal Codice della strada.

Il governo avrebbe dovuto varare l’adeguamento entro il 1 dicembre scorso, mossa che avrebbe portato gli importi delle sanzioni a salire attorno al +6% a partire dal prossimo 1 gennaio, con effetti da +3 a +51 euro a multa se si considerano le infrazioni più comuni. L’esecutivo ha quindi deciso un’ulteriore proroga “in considerazione dell’eccezionale situazione economica”, come avvenne già nei due anni passati. Sulle multe ai no vax, invece, la partita potrebbe non essere del tutto chiusa. O, quantomeno, la maggioranza potrebbe di nuovo votare in modo diverso quando la norma arriverà in Parlamento.

Da una parte c’è la Lega che ha fortemente voluto la loro cancellazione, che comunque non prevede rimborsi per chi le ha già pagate, e dall’altra c’è Forza Italia che si rifiuta di votare “l’amnistia alle multe”, come la definisce Giorgio Mulé, deputato di FI e vicepresidente alla Camera dei Deputati.

Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato, ricorda che i partiti della maggioranza vanno “avanti uniti e coesi, approvando misure e provvedimenti. Poi è ovvio che alcune questioni non vengono condivise da tutti, ma questo non significa che abbiamo dei problemi. Ad esempio, sulla questione dei vaccini si sta discutendo delle multe comminate all’epoca dell’emergenza Covid. Noi ritenemmo giusto multare chi in quel momento non ha contribuito a uno sforzo del Paese. Ma non si sta discutendo dell’uso o meno dei vaccini, al quale questo governo è favorevolissimo”.

Una posizione condivisa anche dal presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che ricorda come “l’obbligatorietà dei vaccini da parte nostra non si mette in discussione. Sulla norma tecnica che riguarda l’abolizione delle multe per i no-vax, nessun colpo di spugna, ci confronteremo in Parlamento e valuteremo la sua convenienza economica. Trattandosi di una cifra esigua, si rischia di spendere, per incassarla, più soldi di quanti ne entrerebbero”, spiega. Intanto, mentre il Mef è al lavoro per trovare il giusto equilibrio costi-benefici dell’emendamento che ridurrà l’Ires per le imprese, atteso in commissione Bilancio alla Camera venerdì, i lavori parlamentari vanno avanti e si registrano già le prime, fisiologiche, frizioni. Il casus belli è la bozza di un emendamento scritto dal ministero dell’Istruzione e del Merito che comincia a circolare sulla stampa mentre la commissione è riunita.

Porterebbe all’assunzione di 5.000 insegnanti di sostegno in più a partire dall’anno scolastico 2025-2026, per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità. Una misura che costerebbe 81,8 milioni di euro per il 2025 e 245 milioni dal 2026, e che verrebbe coperta utilizzando in parte il Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico e in parte riducendo le risorse destinate alle supplenze brevi e saltuarie. L’opposizione, irritata per i testi che non ha visionato, chiede lo stop dei lavori. Il sottosegretario al Mef Federico Freni offre pubblicamente le scuse del governo e chiude il primo incidente ufficiale della pre-maratona che dovrebbe portare, entro la prossima settimana, all’approvazione della legge di bilancio alla Camera.

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