PERUGIA – Ha sparato alla moglie, poi ha rivolto contro se stesso l’arma che deteneva come guardia giurata, uccidendosi. E’ stato il primo femminicidio del 2025, accaduto in una frazione di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. A morire per mano del marito è stata Eliza Stefania Feru, 29 anni, di origine rumena e operatrice sociosanitaria: lui, Daniele Bordicchia, 38 anni e guardia giurata, ha usato l’arma di ordinanza regolarmente detenuta – una Glock 17 calibro 9 – prima per colpire e uccidere la moglie e poi per suicidarsi.
A trovare i corpi dei due coniugi, che si erano sposati a maggio, i familiari, preoccupati dal silenzio: il ritrovamento la mattina intorno alle 10 ma non è ancora chiaro quando il tutto sia successo, se la sera prima o nelle prime ore del mattino. I carabinieri, che indagano sul caso diretti dalla procura di Perugia, e gli esperti della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Perugia hanno sostanzialmente confermato con le loro analisi la dinamica: dalle prime indicazioni la coppia avrebbe avuto dissidi negli ultimi tempi ma non tali, secondo gli inquirenti, da far pensare a una tragedia simile.
Quello che è certo è che non abbiamo dovuto aspettare molto per contare la prima vittima di femminicidio del 2025. Feru è la prima dell’anno e, tragicamente, non sarà l’ultima in quella che è ormai una strage che ha radici antiche. L’anno appena passato ha visto, secondo i dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza-Direzione centrale della Polizia criminale aggiornati al 29 dicembre, 110 vittime donne, di cui 95 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Nonostante due ergastoli ‘simbolo’, come quelli inflitti ad Alessandro Impagnatiello e Filippo Turetta, rispettivamente i killer di Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, il 2024 non ha visto alcun tipo di cambiamento radicale nella lotta contro la violenza sulle donne. Troppe quelle uccise anche negli ultimi 12 mesi, cadute per mano di uomini violenti che arrivano al gesto finale sempre, in ogni caso, al termine di un ciclo di sopraffazioni economiche, psicologiche e fisiche.