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Sciopero a “La Nazione”: Ast al fianco dei colleghi impegnati a respingere l’ennesimo piano di tagli dell’Editore

Sciopero a “La Nazione”: Ast al fianco dei colleghi impegnati a respingere l’ennesimo piano di tagli dell’Editore

La sede de La Nazione, nel viale della Giovine Italia, a Firenze

FIRENZE – Il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana sono convintamente al fianco dei colleghi de “La Nazione” e delle altre testate del Gruppo Editoriale Nazionale, costretti a proclamare uno sciopero per domani, 19 ottobre 2024 (per non far uscire il giornale domenica 20) dopo il nuovo, insopportabile piano di tagli che l’Editore, Andrea Riffeser Monti (anche presidente della Fieg) ha proposto a corpi redazionali sfiancati da prepensionamenti e casse integrazioni che si ripetono da trent’anni (i primi) e da una quindicina d’anni (le seconde). 

Assostampa Toscana è pronta ad affiancare Cdr e colleghi, anche attraverso i propri consulenti, in ogni iniziativa che sarà necessaria anche dopo lo sciopero già proclamato.

Il comunicato del Coordinamento dei Cdr del Gruppo Editoriale Nazionale

Il Coordinamento dei Comitati di redazione dell’Editoriale Nazionale, dopo un confronto con tutti i giornalisti del gruppo, riuniti insieme in un’unica assemblea, ha deciso, recependo le richieste dei colleghi, di proclamare sciopero per la giornata di domani, 19 ottobre 2024,  di tutte le testate (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione, Luce! e il Giorno) con l’obiettivo di respingere il nuovo piano di tagli proposto dall’azienda oggi a Bologna. I vertici dell’Editoriale Nazionale, di proprietà dell’editore Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg, hanno infatti presentato ai giornalisti un’autoriduzione dello stipendio dal primo gennaio 2025 (3 giorni al mese per tutto l’anno) alla luce della conclusione dell’ultimo piano di crisi con cassa integrazione e prepensionamenti. 

La proposta è stata rigettata dal Cdr. I dipendenti del gruppo non si sono mai sottratti ai sacrifici, come dimostrano i dati relativi al periodo 2020-2023 dove sono stati prepensionati 56 giornalisti e 209 tra impiegati e operai. La redazione non accetta di sopportare nuovi indiscriminati tagli che vanno a minare ulteriormente la qualità di testate storiche e radicate su territori importanti come la Lombardia, la Toscana, l’Emilia-Romagna, le Marche, la Liguria, l’Umbria e il Lazio. 

I Cdr sono consapevoli che l’editoria attraversa una crisi gravissima, però le soluzioni non devono sempre essere solo in capo ai giornalisti, ma vanno trovate anche nelle strategie aziendali (qui carenti da anni) che non possono non prevedere investimenti. I tagli, come sempre, sono stati presentati senza un minimo piano di rilancio editoriale da parte della direzione.

Il Coordinamento dei Cdr 

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