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Sciopero musei a Firenze il 5 novembre. Anche Uffizi, Palazzo Pitti, Opificio Pietre Dure

Sciopero musei a Firenze il 5 novembre. Anche Uffizi, Palazzo Pitti, Opificio Pietre Dure

Uffizi, il terzo corridoio della Galleria

FIRENZE – Sciopero, il 5 novembre 2024, del personale di Opera laboratori addetto ai servizi museali – circa 200 persone impiegate in biglietterie, sorveglianza, accoglienza – di Uffizi, Palazzo Pitti, Polo museale Toscana, Opificio Pietre Dure. A proclamarlo Filcams Cgil-Uiltucs-Rsu Opera. 

Le sigle sindacali, attraverso un comunicato, affermano: “Servizi museali (biglietterie, sorveglianza, accoglienza) di Uffizi, Palazzo Pitti, polo museale Regione Toscana, Opificio Pietre Dure (circa 200 addetti/e, attualmente in Opera Laboratori): ci troviamo a indire un altro sciopero (il prossimo 5 novembre), dopo quello di luglio 2023, perché il Direttore della Galleria degli Uffizi Verde ci ha comunicato di aver sostanzialmente disconosciuto il documento siglato dall’ex direttore Eike Schmidt (nell’occasione anche Rup, cioè responsabile unico del procedimento) il 19 dicembre 2023, frutto di un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici nei cambi di appalto per tutti i musei in questione”.

E ancora: “Ribadiamo che ci venga garantito sin da subito dalla Galleria degli Uffizi e dal nuovo concessionario (in subentro, presumibilmente, da gennaio) la piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale per tutti i lavoratori e le lavoratrici impiegati/e nei servizi afferenti ai musei in gara.

Riteniamo inaccettabile che un semplice avvicendamento nella Direzione museale permetta ad un ente pubblico di disconoscere documenti già sottoscritti in sede istituzionale, senza tener conto della continuità amministrativa”. 

” Ci appelliamo – conclude la nota – a tutti i firmatari dell’intesa del 19 dicembre 2023, in primis Regione Toscana e Comune di Firenze. Chiediamo a tutte le forze politiche e alle istituzioni locali, che fin dal primo momento hanno seguito la nostra vicenda esprimendo pubblicamente la loro solidarietà, di dare ora concretezza alle parole spese.

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