C’è un tesoretto da spartire sulla legge di bilancio? In realtà ci sono solo 120 milioni, che andranno distribuiti in base al peso specifico dei gruppi. E sono partiti, dunque, i contatti tra maggioranza e opposizione su questo fronte. Già mercoledì 20 novembre 2024, viene riferito, potrebbe tenersi una riunione tra maggioranza, governo e minoranze sul fondo così come sugli emendamenti segnalati e super-segnalati. Nel frattempo gli occhi restano puntati sul gettito del concordato, che costituirebbe una voce di copertura del tutto autonoma: da capire se sia possibile destinarla al taglio dell’Irpef come previsto nel decreto fiscale.
La maggioranza, in effetti, sul punto si fa sempre più cauta. L’obiettivo – sottolinea il responsabile Economia di FdI Marco Osnato – è di “portare al 33% l’aliquota del 35% fino a 60 mila euro”. Siamo contenti “che FI abbia fatto un emendamento” ma “attendiamo la completa attuazione del concordato” e appurate le giuste coperture, si potrà procedere con un emendamento del governo”.
La palla è, in ogni caso, al Parlamento come ha ricordato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “il governo ha fatto la sua parte, ci sono tanti emendamenti, tantissimi, anche della maggioranza ma per fine anno come sempre sarà approvata”. E comunque, rivendica il titolare di via XX settembre, sulla manovra “stiamo meglio del mio collega francese che gliel’hanno bocciata, del tedesco che manco l’ha presentata”. Tornando alla questione tesoretto, intanto, in attesa di sapere quanto avrà a disposizione, il centrosinistra starebbe ragionando sull’ipotesi di concentrare le richieste su un tema unico, come avvenne lo scorso anno per sostenere i centri anti-violenza sulle donne.
Nel frattempo i partiti stanno ragionando sulle proposte da segnalare come prioritarie per l’esame con la dead line di mercoledì prossimo. Un capitolo aperto è quello degli sconti sull’Ires per chi reinveste parte degli utili in azienda. Sull’Ires premiale – conferma il ministro Adolfo Urso – “stiamo lavorando con i ministeri competenti perché si possa migliorare”. In Senato dovrebbe poi entrare nel vivo in settimana l’esame decreto fiscale collegato alla manovra. Diversi ancora i nodi da sciogliere.
A partire dalla conferma, anche per quest’anno, dell’abbassamento da 90 a 70 euro del canone Rai. Sulla richiesta della Lega si è registrata la ferma contrarietà di Forza Italia mentre il Mef non ha voluto prendere ufficialmente posizione. Intanto alla Camera si sblocca la questione della cosiddetta norma salva-Milano, la misura interpretativa della legge sull’urbanistica che consentirebbe di far ripartire una serie di cantieri anche nel capoluogo lombardo.
Le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dovrebbe infatti dare l’ok al provvedimento sulla rigenerazione urbana che approderebbe in Aula in settimana con l’emendamento di Tommaso Foti (che riprende proposte di FdI e Pd). La norma è caldeggiata anche dagli imprenditori. Il “salva a Milano – sottolinea il presidente di Assolombarda Alessandro Spada – è assolutamente necessario”. In Parlamento c’è anche il ddl concorrenza che dovrebbe approdare in Aula lunedì. Da capire il destino di due emendamenti di FdI ed FI sul tetto al 5% per le commissioni sui buoni pasto anche nel privato.