Tre puntate dove giovani e anziani si confrontano: 70 anni di differenza in racconti intimi di storie
Realizzato da Corriere della Sera, ideato da Jacopo Storni e Consorzio Zenit grazie al contributo di Fondazione CR Firenze
Tre ventenni e tre novantenni si raccontano reciprocamente: vita e gioie, amori e dolori. È il podcast del Corriere della Sera in tre puntate “Le nostre vite”, ideato dal giornalista Jacopo Storni insieme al Consorzio Zenit, grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.
Lia ed Emanuele, Giulia e Roberto, Gioia e Paola. Tra giovanissimi incontrano tre anziani. Tre dialoghi intimi, intensi, profondi, autentici e senza filtri, ognuno dei quali costituisce una puntata da circa 30 minuti. Tre dialoghi in cui ciascuno racconta un pezzo di sé. Settant’anni di differenza che si assottigliano in racconti vividi di storie, ricordi, sogni, rimpianti, speranze. Ragazzi che si affacciano alla vita, anziani che sono alla fine dell’esistenza. La vita a 18 anni, la vita a 90.
Tantissimi i temi trattati. Nel primo episodio, Emanuele e Lia raccontano come si costruisce una vita felice. C’è la filosofia che cambia la vita, l’amore che la salva. C’è il divorzio dei genitori di Emanuele e la perdita del marito di Lia. Nel secondo episodio, Giulia e Roberto, che si commuovono più volte, raccontano la vita dei giovani oggi e quella dei giovani in guerra nei decenni passati. E poi i primi baci, e l’amore di oggi vissuto, troppe volte, come conquista. Nel terzo episodio Gioia e Paola affrontano la fragilità psichica dei nostri giovani, la libertà e l’emancipazione della donna. E poi l’autoaffermazione come motore e come vulnerabilità. E ancora i libri, quelli più belli letti da entrambi.
Il podcast si può ascoltare su Corriere.it, su Spotify e in tutte le principali app per i podcast.
“Le nostre vite” è stato coordinato editorialmente da Tommaso Pellizzari. Produzione e adattamento di Carlo Annese per Piano P. Editing di Giulia Pacchiarini e Manuel Iannuzzo. Ripresa e montaggio di Federico Caruso.
Il podcast vuole rappresentare un’occasione per ricreare culturalmente quel patto intergenerazionale perduto. Nel dialogo franco, intimo, tra anziani e giovani si crea lo spazio per nuove forme di solidarietà, di cooperazione reciproca tra generazioni diverse, che ricreano quel patto perduto di cui oggi abbiamo sempre più bisogno.