FIRENZE – Nella Sala Grande del Teatro del Maggio Musicale fiorentino torna, in un nuovo allestimento e con una nuova interessantissima Violetta, Carolina López Moreno (che qui ha appena riscosso gran successo come Butterfly) uno dei titoli più amati di sempre, La traviata di Giuseppe Verdi. Alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, l’espertissimo verdiano Renato Palumbo, nelle recite del 21 e 26 novembre e in quella del 1º dicembre 2024 la parte di Violetta è sostenuta da Julia Muzychenko, al suo debutto assoluto al Maggio, ma alla sua undicesima Traviata in carriera.
Alfredo Germont è interpretato da Giovanni Sala, di ritorno al Maggio dopo la Missa defunctorum diretta da Muti nel 2019, e da Matheus Pompeu (recite del 21 e 26 novembre e 1º dicembre), al suo debutto al Maggio e in Italia; Lodovico Filippo Ravizza e Min Kim (recite del 21, 26/11 e 1/12) si alternano nel ruolo di Giorgio Germont; Flora Bervoix è interpretata da Aleksandra Meteleva. Oronzo d’Urso e Yurii Strakhov, artisti dell’Accademia del Maggio, sono rispettivamente Gastone e il Il barone Douphol; Gonzalo Godoy Sepúlveda e Huigang Liu interpretano Il marchese d’Obigny e Il dottor Grenvil e Alessandro Lanzi è Giuseppe. Completano il cast vocale due artisti del Coro del Maggio: Lisandro Guinis e Nicolò Ayroldi sono rispettivamente Un commissionario e Un servo. In questo nuovo allestimento le scene sono di Roberta Lazzeri, i costumi di Veronica Pattuelli e le luci di Valerio Tiberi. I movimenti coreografici sono di Elena Barsotti.
Sei le recite previste: il 19, 21, 26 e 30 novembre alle ore 20 e il 24 novembre e 1º dicembre alle ore 15:30.
Il capolavoro verdiano da sempre risulta essere una delle opere più rappresentate ogni anno nel mondo. Secondo l’interessante saggio a firma di Giovanni Vitali e pubblicato tra le pagine del programma di sala dell’opera, questo vale anche per Firenze, dove La traviata supera – con le sei attuali recite previste in cartellone – le 130 rappresentazioni fiorentine a partire dall’ottobre del 1937, quando per la prima volta andò in scena al vecchio Teatro Comunale. Se invece si considera il numero complessivo di produzioni a partire dal settembre del 1854, data del debutto assoluto a Firenze al Teatro della Pergola, l’ultima opera della cosiddetta ‘Trilogia popolare’ verdiana è stata rappresentata in oltre 126 produzioni, un dato da approssimare per difetto considerata la diffusione di questo titolo nei teatri minori e nelle arene estive e che quindi amplifica di molto il numero complessivo di rappresentazioni.
Parlando del suo ritorno a Teatro dopo il Rigoletto del 2019, il maestro Renato Palumbo ha sottolineato la sua gioia nel riprendere fra le mani un’altra partitura verdiana: “Il mio debutto a Firenze è avvenuto proprio con Traviata quasi vent’anni fa e poter tornare qui al Maggio dirigendo questo grande capolavoro mi onora e gratifica molto: questa nuova produzione è decisamente marcata da tratti classici, stiamo lavorando cercando di seguire quelli che sono i canoni scritti da Verdi nella partitura. Posso dire che quest’opera – il cui messaggio è incredibilmente moderno e la cui musica è straordinariamente raffinata in ogni suo passaggio – mi ha accompagnato in parte per tutta la mia vita ed è un’opera che – quasi come tutte quelle verdiane – ‘cambia’ attraverso la propria crescita; la grande bellezza di Traviata risiede proprio in questo: matura insieme a te, ogni volta che la si affronta; farlo di nuovo qui al Maggio, con un cast giovane e con molti debuttanti è un’esperienza meravigliosa, poiché credo di poter sperimentare e mettere in pratica ciò che ho capito e imparato in tutti questi anni. Uso volutamente il termine ‘credo’ perché la bellezza dell’opera lirica sta in questo: ti accompagna per tutta la vita”.
La regia è affidata a Stefania Grazioli: “Questa è una produzione che ha preso forma ed è stata realizzata interamente con le risorse interne del Maggio Musicale Fiorentino, e che ha coinvolto negli ultimi mesi tutti i reparti del nostro Teatro. Per questo allestimento abbiamo voluto mantenere un’ambientazione e dei costumi d’epoca ottocentesca, dove tuttavia gli ambienti evocano, piuttosto che raccontare filologicamente, la realtà del demi-monde parigino e dove la cifra registica, seppur del tutto fedele tanto alla partitura verdiana quanto al libretto di Piave, ripercorre il dramma degli ultimi mesi di vita di Violetta Valery in un’atmosfera visionaria ed intimista. Fonte d’imprescindibile ispirazione è stata la storia vera di Alphonsine Plessis, personaggio al quale Dumas figlio si ispirò per dare alla luce il suo più celebre romanzo: La signora delle camelie. Mi sembrava importante raccontare in parte anche questa “giovane” Violetta, che arrivando a Parigi, vede realizzarsi e poi consumarsi un sogno d’indipendenza, di amore, e di riscatto sociale”.
In scena, nella parte di Violetta, Carolina Lopez Moreno, che veste i panni della protagonista della vicenda per la prima volta in carriera: “Le recite qui al Maggio saranno il mio debutto con la parte di Violetta e poterlo fare sotto la guida di un maestro come Renato Palumbo, che è uno dei direttori più interessanti con i quali ho lavorato, mi fa sentire molto fortunata: sono riuscita ad entrare in perfetta sintonia sia con il suo modo di lavorare sia con il suo modo di ‘sentire’ Traviata. La parte di Violetta è naturalmente una delle più importanti in assoluto che un soprano può affrontare e farlo al Teatro del Maggio, dove è stata interpretata da alcuni dei più grandi nomi di sempre, è naturalmente anche una grande responsabilità: per questo ho cercato di ‘dare’ una parte della mia anima e delle mie emozioni. È inoltre molto bello tornare a lavorare insieme a Stefania Grazioli, è molto sensibile non solo rispetto al lavoro che stiamo mettendo in scena ma anche nei confronti di tutto il cast, cosa per me davvero importante: questo, insieme alle sfumature che il maestro Palumbo ha chiesto di infondere alla ‘mia’ Violetta come una grande forza d’animo e una grande combattività, mi porta davvero a essere pronta e impaziente per il mio debutto in questa magnifica parte.”
Julia Muzychenko, al suo debutto sulle scene del Maggio, ha sottolineato la sua gioia nel riprendere per l’undicesima volta in carriera la parte di Violetta, un personaggio che muta e si evolve non solo vocalmente, dal brillante fino al drammatico, ma che al contempo deve anche trasmettere a livello recitativo questo suo cambiamento: “Penso che l’evoluzione non solo musicale, ma anche del personaggio di Violetta durante il susseguirsi dei III atti dell’opera di Verdi sia davvero straordinaria: penso alla brillantezza e alla dinamicità del I atto e del brindisi che lo chiude, al duetto con Giorgio Germont nel II atto dove la musica intorno alla quale questo duetto si costruisce riprende perfettamente la tenacia con cui la protagonista cerca di convincere in ogni modo il padre di Alfredo dell’amore che lega lei al giovane; al contempo l’orchestra riprende questa forza in modo davvero perfetto. Tutto questo si può dire che si catalizza nel terzo e ultimo atto, dove le speranze di Violetta si affievoliscono con il progredire della sua malattia, ma dove riesco davvero a percepire tutti i ‘colori’ di questo meraviglioso personaggio. Lavorare insieme al maestro Palumbo è davvero interessante perché, nonostante io abbia interpretato il ruolo numerose volte, mi ha fatto scoprire alcuni dettagli e aspetti particolari del personaggio, e mi ha dato modo quindi di vedere Violetta anche sotto un’altra luce, una luce che la dipinge arrabbiata perché lei non vuole morire e quasi sembra non accettare, con rabbia, quello che invece è il suo destino.”
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sala grande (Piazza vittorio Gui)
Martedì 19 novembre ore 20, giovedì 21 ore 20, domenica 24 ore 15.30, martedì 26 ore 20, sabato 30 ore 20, domenica 1° dicembre ore 15.30
Solo ascolto: 10€ (solo in biglietteria prima dello spettacolo) – Visibilità limitata: 15€ Galleria: 35€ (ultimissimi posti) Palchi: 45€ – Platea 4: 65€ – Platea 3: 75€ – Platea 2: 90€ – Platea 1: 110€ (repliche) Platea 1: 130€ (prima recita), in vendita anche direttamente sul sito del Teatro del Maggio
Atto I: 30 minuti | Intervallo: 30 minuti | Atto II: 1 ora e 10 minuti | Intervallo: 30 minuti | Atto III: 35 minuti
Durata complessiva: 3 ore e 15 minuti circa