GAZA – Gli ultimi sei ostaggi vivi della prima fase dell’accordo sono stati rilasciati a Gaza. Due su un palco allestito da Hamas a Rafah, nel sud della Striscia, tre a Nuseirat, nel centro dell’enclave, mentre il beduino israeliano Hisham al-Sayed è stato affidato alla Croce Rossa lontano dalle ‘cerimonie’ con musica, bandiere e miliziani armati ‘per rispetto alla famiglia araba’.
Si tratta di Tal Shoham, 39 anni, Omer Shem-Tov, 22 anni, Eliya Cohen, 27 anni, Omer Wenkert, 23 anni, Avera Mengistu, 38 anni, e Hisham al-Sayed, 36 anni. Tre di loro, Shem Tov, Cohen e Wenkert, tutti ventenni, erano stati rapiti al Nova Festival, mentre Shoham era stato preso in ostaggio nel kibbutz Be’eri, mentre faceva visita alla sua famiglia, il 7 ottobre 2023.
Storie diverse invece quelle di Mengistu e al Sayed, prigionieri per circa 10 anni: il primo, originario di una comunità etiope-israeliana era stato rapito nel 2014, dopo aver attraversato volontariamente la Striscia di Gaza e, secondo la famiglia, lottava contro una malattia mentale; il secondo, invece, beduino israeliano di un villaggio del deserto del Negev, era entrato nella Striscia vicino al valico di Erez nell’aprile 2015, e sarebbe affetto da una forma di schizofrenia.
Migliaia di persone si sono accalcate, come negli altri sei round dell’intesa, per guardare e riprendere con i telefonini. Anche questo sabato madri e padri hanno portato i loro bambini piccoli e i figli adolescenti ad assistere, sotto la pioggia. Omr Shem Tov è salito sul palco a Nuseirat, magro, sorridente e felice di rivedere la luce, il cameraman di Hamas gli ha detto di baciare sulla testa due miliziani armati col volto coperto dalla kefiah, e lui lo ha fatto. Consapevole dello show in mondovisione a cui stava prendendo parte. Suo padre racconterà poi che il figlio è stato costretto a quel gesto.
Dal canto suo Israele ha tentennato nell’assolvere la sua parte di accordo, cioè il rilascio di 602 prigionieri palestinesi. Tra Hamas e Israele è continuato anche il botta e risposta su come siano stati uccisi i piccoli fratellini Bibas e la loro madre Shiri. Il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna, restituito solo nella serata di ieri a seguito di uno scambio di persona, ha detto di non aver trovato ferite compatibili a un bombardamento, tesi sostenuta dal gruppo palestinese. Hamas ha risposto bollando come “bugie totali” quanto affermato da Israele che sta tentando “disperatamente di eludere la responsabilità del suo esercito criminale”.
Nel frattempo, il gruppo palestinese si è detto pronto “a portare a termine una singola operazione di scambio (di prigionieri) nella seconda fase in cambio dell’impegno dell’occupazione” israeliana “per un cessate il fuoco sostenibile, il ritiro da Gaza e il rilascio dei nostri detenuti dalle sue prigioni”, ha detto il portavoce Hazem Qassem. L’accordo di cessate il fuoco ha messo in pausa i combattimenti, ma si teme che la guerra riprenderà dopo la fine della prima fase, tra una settimana.
I colloqui sulla seconda fase devono ancora iniziare ed è probabile che siano più difficili. Il gruppo militante palestinese ha fatto sapere che rilascerà altri quattro corpi la prossima settimana, completando la prima fase del cessate il fuoco. Saranno quindi poi ancora circa 60 gli ostaggi israeliani trattenuti dal gruppo, di cui si ritiene che circa la metà sia viva.
