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Giustizia, Margherita Cassano: “Toghe responsabili, diverse da come le dipingono”

Giustizia, Margherita Cassano: “Toghe responsabili, diverse da come le dipingono”

Il primo presidente di Cassazione, Margherita Cassano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Procuratore Generale di Cassazione, Luigi Salvato all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025

ROMA – “Rispetto” tra le istituzioni, un vero e proprio “patto per lo stato di diritto” in modo da “alimentare la fiducia dei cittadini”. E’ l’appello lanciato dalla prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario.

Davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’alto magistrato ha illustrato lo “stato di salute” del comparto giustizia affermando che “i dati restituiscono una immagine della magistratura diversa” da quella rappresentata e “posta alla base di progetti riformatori”.

Una magistratura che, “conscia delle sue responsabilità”, cerca di assolvere “al meglio i propri doveri” con “impegno professionale, senso del limite e della misura”. Un ruolo, è il ragionamento di Cassano, svolto in una fase in cui “rendere giustizia” è divenuto “più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi” tra cui il “rispetto delle attribuzioni previsto” dalla Costituzione. Parole che arrivano nel pieno dell’iter parlamentare della riforma costituzionale voluta dal governo, a cominciare dalla separazione delle carriere dei magistrati.

“E’ un dovere assunto verso gli elettori”, ha detto Nordio dall’Aula magna del ‘palazzaccio’ aggiungendo che “la riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta: il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo”. Secondo il ministro “il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa”. Per il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli in “questo transito storico” caratterizzato “da forti tensioni” la “magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, ma non deve divenire parte del conflitto”.

Dal canto suo il Procuratore generale, Luigi Salvato, parla di magistratura come “sentinella anche del rispetto dei limiti che si impongono al Legislatore, presidiati infine dalla Corte costituzionale” anche se intravede “preoccupanti segnali “di sfiducia nella magistratura. Dalle relazioni anche i numeri dell’attività svolta negli ultimi 12 mesi. Le emergenze restano le violenze di genere, l’allarme carceri e le morti sul lavoro. Nel 2024 su un totale di 314 omicidi volontari (in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022), quelli maturati in ambito familiare sono 151 e in 96 casi hanno come vittima una donna.” Dati “allarmanti” in quanto “espressione – ha detto Cassano – di una perdurante, angusta concezione della donna quale oggetto di possesso e dominio da parte dell’uomo”. Situazione drammatica anche sul fronte dei suicidi nei penitenziari.

Nell’anno che si è appena chiuso sono stati 83 (47 italiani e 36 stranieri) a cui vanno aggiunti 18 decessi per cause ancora oggetto di accertamento. Un trend confermato anche a gennaio: 5 i detenuti che hanno deciso di togliersi la vita. Per quanto riguarda i morti sul lavoro nei primi undici mesi del 2024 sono stati mille, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039 (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023). In aumento del 21,7% rispetto al periodo precedente le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671. “Esiste una forte correlazione tra qualità, dignità, sicurezza del lavoro come testimoniato dal numero inaccettabile di infortuni con esito mortale che continuano a verificarsi con drammatica periodicità”, ha affermato la Prima presidente. 

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