Gli studenti sono tornati nelle aule in Siria dopo che i nuovi governanti del Paese hanno ordinato la riapertura delle scuole. Le scuole e le università, dopo i giorni tumultuosi che hanno fatto seguito alla caduta del regime di Bashar al-Assad, sono tornate a popolarsi. Al Jazeera ha mostrato immagini di studenti in festa nelle università di Aleppo e Damasco.
La Siria ha bisogno di una giustizia “credibile” per evitare atti di “vendetta” e di maggiori aiuti umanitari, ha dichiarato l’inviato delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, durante una visita a Damasco, una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. La coalizione di fazioni ribelli guidata dal gruppo radicale sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha conquistato Damasco l’8 dicembre, ponendo fine al potere di Bashar al-Assad, che governava il Paese con il pugno di ferro.
“Dobbiamo fare in modo che ci siano giustizia e responsabilità per i crimini commessi. Dobbiamo assicurarci che cio’ avvenga attraverso un sistema giudiziario credibile e che non ci siano vendette”, ha dichiarato Pedersen al suo arrivo nella capitale siriana, secondo le dichiarazioni inviate ai giornalisti. Con l’arrivo di un nuovo governo, Pedersen ha parlato di un cambiamento “immenso” che “crea grandi speranze”. “Ma sappiamo tutti che ci sono ancora molte sfide da affrontare” e “dobbiamo quindi fare le cose per bene fin dall’inizio”, ha detto, mentre doveva incontrare le nuove autorita’ a Damasco.
L’inviato dell’ONU ha chiesto un “processo politico che includa tutti i siriani”: “Questo processo deve ovviamente essere guidato dai siriani stessi” con “l’aiuto e l’assistenza che speriamo”. Nei giorni scorsi, Pedersen ha chiesto una transizione “inclusiva” per evitare una “nuova guerra civile” in Siria, dove il conflitto e’ stato scatenato nel 2011 dalla repressione delle manifestazioni a favore della democrazia.
In Giordania, paese confinante con la Siria, ha partecipato sabato a discussioni che hanno riunito diplomatici americani, arabi, europei e turchi, i quali hanno concordato che il processo di transizione dovrebbe essere “guidato (…) dagli stessi siriani e sfociare in un governo inclusivo, non settario e rappresentativo”, secondo una dichiarazione congiunta.
L’HTS, guidato da Abu Mohammad al-Jolani, sostiene di aver rotto con il jihadismo ma rimane classificato come gruppo “terrorista” da diverse capitali occidentali, tra cui Washington. L’UE ha imposto sanzioni contro il gruppo e i suoi leader. “Ci sono diverse sanzioni imposte dagli Stati membri/enti che hanno un impatto sulla Siria e sull’HTS in particolare”, ha dichiarato Jenifer Fenton, portavoce dell’inviato delle Nazioni Unite.
“C’e’ tutta la questione della ripresa economica. Dobbiamo assicurarci che la questione venga risolta rapidamente. Speriamo che le sanzioni vengano revocate rapidamente, in modo da poter assistere a una vera e propria mobilitazione per la ricostruzione della Siria”, ha detto Pedersen, senza specificare se si riferisse alle sanzioni contro la Siria di Assad o contro l’HTS. Il ministro ha inoltre sottolineato l’importanza degli aiuti umanitari nell’immediato futuro.
“Sappiamo tutti che la Siria ha attraversato un’enorme crisi umanitaria. Dobbiamo fare in modo che la Siria riceva piu’ aiuti umanitari immediati per la popolazione siriana e per tutti i rifugiati che desiderano tornare. Questo e’ estremamente importante”, ha dichiarato Pedersen. La guerra in Siria ha causato più di mezzo milione di vittime, devastando il Paese e costringendo circa sei milioni di siriani, un quarto della popolazione, a fuggire.