Firenze, 4 marzo 2025: “Dopo le audizioni di Anci, Upi e della coalizione TESS, che rappresenta diverse associazioni ambientaliste, nonché con le osservazioni delle Associazioni di Categoria, l’impianto iniziale della legge è cambiato andando a limare una impostazione ideologica caratterizzata da una eccessiva permissività nella realizzazione di impianti fotovoltaici e soprattutto eolici. A nostro avviso, come ho avuto modo di illustrare ieri mattina nelle Commissioni consiliari 2 e 4 congiunte, permangono ancora delle criticità che devono essere superate. La Regione Toscana, al momento, ha dimostrato di non essere in grado di coniugare la tutela ambientale e paesaggistica all’esigenza di avere una maggiore autonomia energetica anche con le rinnovabili.
Per noi deve essere limitato l’impiego di suolo per realizzare nuovi impianti, in modo da tutelare il più possibile il paesaggio toscano che costituisce una risorsa ambientale, economica e turistica ineguagliabile, e le tante produzioni agricole e pregiate del nostro territorio. Per questo la legge dovrebbe puntare molto di più sull’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture già esistenti e nelle aree già edificate, specialmente nelle zone industriali e artigianali, promuovendo anche l’autoconsumo; prevedere pareri nel merito delle autorità competenti; e non dovrebbe ridurre ulteriormente i termini dei procedimenti autorizzativi.
Sempre nell’ottica di ridurre il più possibile l’occupazione di spazi, abbiamo chiesto che la Giunta Giani riferisca in Commissione Ambiente riguardo all’impatto dell’accordo sulla geotermia tra Regione ed Enel in termini quantitativi e di produzione, per scomputare tale valore dall’obiettivo attribuito dalla legge alla Toscana di +4,25 GigaWatt prodotti da fonti rinnovabili entro il 2030. Se oggi i cittadini e le amministrazioni della Maremma possono opporsi fermamente alla realizzazione di un nuovo Parco eolico, quando la legge sarà approvata – se il testo rimarrà così – sarà molto più complicato avere voce in capitolo per le amministrazioni locali.
La legge non presenta meccanismi per promuovere interventi non speculativi che andrebbero nella direzione di tutelare maggiormente il nostro paesaggio, e non introduce criteri perequativi capaci di tener conto anche del consumo effettivo di energia nel territorio in cui verrebbero costruiti gli impianti (si rischia che si crei il paradosso per cui siano realizzati grandi impianti laddove non c’è richiesta energetica). Va poi detto che il testo della Giunta non indica in che modo ci sarà una ricaduta economica positiva nei territori che ospiteranno impianti, limitandosi ad un vago richiamo alle Comunità Energetiche. In generale, in Italia si sta facendo molto per allinearsi agli obiettivi europei sulle rinnovabili però i cittadini toscani non hanno ancora un ritorno positivo in bolletta. Come pensa di intervenire in questo senso la Regione Toscana?
E non ci convince il criterio di “complementarietà” al reddito agricolo per consentire impianti in zone agricole da parte di soggetti giuridici che potrebbero dipendere dalle multinazionali.
Il Governo sta puntando a far acquisire maggiore autonomia energetica all’Italia e in questo obiettivo rientra anche il disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa che pone le basi per realizzare un nucleare sostenibile (a bassa emissione di carbonio). Si tratta di un progetto che andrà anche a contribuire a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. fissato dall’Unione europea. La Toscana non deve precludersi già oggi questa possibilità, e quindi deve essere eliminato il divieto assoluto posto in apertura della PDL 291 sulle aree idonee, che risulta oggi fuori contesto e fuori tempo”. lo afferma il consigliere regionale FdI e vicepresidente della Commissione Ambiente Alessandro Capecchi a conclusione della commissione congiunta sulla legge per le aree idonee delle Commissioni Seconda e Quarta del Consiglio regionale toscano.