“Dai romeni che tornano in piazza un segnale a tutti gli europei”.
Le dichiarazioni del consigliere comunale della Lega nel corso di un evento politico
contro l’esclusione del candidato Calin Georgescu, il primo di questo genere a livello europeo.
Prato, 25 gen. – “La Romania deve tornare al voto il prima possibile e non a maggio” e “la decisione della Corte, composta da giudici che rappresentano i partiti politici dell’establishment romeno al potere prima delle recenti elezioni, rappresenta un tentativo del sistema di escludere voci scomode”. Lo ha detto Claudiu Stanasel, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Prato e Capogruppo della Lega, un punto di riferimento a livello nazionale per la comunità romena d’Italia, nel corso di un evento, partecipato da oltre 250 persone a Bologna, dal titolo “Attacco alla democrazia” e incentrato sull’esclusione di Georgescu, decisa dalla Corte Costituzionale romena. Secondo Stanasel, il candidato escluso potrà trasformare “questa esclusione in un’opportunità”. Georgescu ha il merito di “non aver mai incitato alla violenza, di aver sempre chiesto pace, rispetto della legge, confermando fiducia nelle istituzioni, pur combattendo la sentenza”. “Ad oggi, la Romania è guidata da un presidente il cui mandato è scaduto il 21 dicembre 2024 – ha incalzato Stanasel -, il quale, tuttavia, continua a occupare la presidenza in una situazione di illegittimità istituzionale. Ciò mina la stabilità politica, ma crea un vuoto di legittimità insostenibile”. “La comunità romena in Italia, insieme alla diaspora mondiale, sta al fianco dei cittadini romeni in questa battaglia per la giustizia”. “Solo attraverso un ritorno immediato alla democrazia, senza ulteriori ritardi, sarà possibile – ha proseguito Stanasel – ristabilire la fiducia nelle istituzioni e costruire un futuro migliore per tutti i cittadini romeni e dare un segnale di estrema importanza per tutto il vecchio continente”. E sui romeni che stanno affollando le piazze contro la decisione della Corte: “La rivoluzione del 1989, che ha segnato la caduta del regime comunista di Ceaușescu, è il simbolo più potente di questa capacità del popolo di cambiare il corso della storia. I romeni hanno dimostrato più volte di essere pronti a scendere in piazza per difendere i loro diritti e denunciare le ingiustizie. Queste piazze dimostrano che il popolo romeno ha una profonda consapevolezza del proprio potere e del valore della libertà. Una lezione per tutta l’Europa, che spesso tende a sottovalutare il ruolo della mobilitazione popolare nella difesa della democrazia. La capacità dei romeni di unirsi, superando divisioni politiche e sociali, è un segnale forte: la democrazia non è solo un sistema istituzionale, ma una responsabilità condivisa che richiede partecipazione e impegno continuo”.