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G7: veto Usa. Che annunciano anche l’uscita dalla Nato. Trump dimentica storia, guerra fredda, solidarietà occidentale

G7: veto Usa. Che annunciano anche l’uscita dalla Nato. Trump dimentica storia, guerra fredda, solidarietà occidentale

Elefante in cristalleria, Donald Trump conferma di voler far uscire gli Usa dalla Nato. La storia i sacrifici del secondo dopo guerra non contano più nulla. Gli anni della guerra fredda con Mosca? La solidarietà occidentale che faceva dell’America il faro di tutti? Tutto cancellato. Attraverso Elon Musk, gli Stati Uniti confermano il loro scetticismo nei confronti della Nato. “Dovremmo uscirne. Per l’America non ha senso pagare la difesa dell’Europa”, ha detto il miliardario rispondendo a un post su X.

La Nato è da tempo nel mirino del presidente americano, che da anni punta il dito contro i paesi membri che non pagano abbastanza e, di recente, si è spinto fino a ipotizzare di calibrare l’impegno americano nell’alleanza in modo da favorire i paesi che spendono una certa cifra del pil in difesa. La presa di posizione Musk è arrivata mentre gli Usa continuano il loro riposizionamento nella politica internazionale, che li ha portati a imporre un nuovo veto al G7.

Dopo lo strappo sul comunicato per i tre anni di guerra e quello all’Onu, dove hanno votato con la Russia contro l’integrità dell’Ucraina, Washington ha chiuso infatti alla proposta del Canada di creare una task force contro la ‘flotta ombra’ delle petroliere russe usata per aggirare le sanzioni. Nelle trattative avviate dai canadesi presidenti di turno del G7 in vista della riunione dei ministri degli esteri della prossima settimana, i diplomatici americani, secondo indiscrezioni, stanno facendo pressione per rafforzare il linguaggio nei confronti della Cina e diluire invece quello sulla Russia.

Da qui il pressing per rimuovere la parola “sanzioni” e riformulare l’espressione relativa alla Russia e alla sua “capacità di mantenere la sua guerra” in Ucraina. Per gli Stati Uniti, che nei quattro anni di Joe Biden hanno preso le redini del G7 e della Nato e le hanno traghettate a difesa dell’Ucraina, si tratta di una netta inversione di tendenza.

L’arrivo di Trump ha infatti stravolto decenni di tradizione di politica estera americana e segnato un’apertura di Washington alla Russia dopo anni di silenzio. Un’apertura che il presidente americano ha motivato con il suo interesse a mettere fine alla guerra, ma nella quale i critici vedono solo concessioni al Cremlino e uno schierarsi dalla parte di Vladimir Putin. Le ripetute critiche a Volodymyr Zelensky vanno proprio in questa direzione: “Non è riconoscente”, ha ribadito ancora una volta Trump ai microfoni di Fox, mettendo in evidenza come il leader ucraino ha preso soldi dagli Stati Uniti di Biden con “caramelle da un bambino”.

Trump non è apparso sentirsi in colpa neanche di fronte all’idea che l’Ucraina possa non sopravvivere dopo che gli Usa hanno sospeso gli aiuti e la condivisione di intelligence: “Potrebbe non sopravvivere comunque”, ha detto riferendosi apparentemente ai successi russi sul campo di battaglia. Con Fox il presidente si è mostrato convinto che alla fine Kiev firmerà l’accordo sui minerali anche se, dietro le quinte, ha ammesso con i suoi consiglieri che la firma potrebbe non essere sufficiente a far ripartire gli aiuti e la condivisione di dati di intelligence.

Secondo quanto riportato da Nbc, Trump infatti vuole vedere un cambio di atteggiamento da parte di Zelensky, e qualche passo in avanti verso le elezioni e forse verso anche le sue dimissioni. Mentre le critiche americane continuano, il leader ucraino vola a Riad: domani vedrà Bin Salman e martedì le delegazioni ucraina e statunitense terranno colloqui. “Siamo pienamente impegnati” nella prospettiva di un “dialogo costruttivo” con gli Usa in Arabia Saudita, ha detto Zelensky malgrado Trump abbia dichiarato di trovare più facile trattare con Mosca che con Kiev.

“Sul tavolo ci sono proposte realistiche. La chiave è muoversi velocemente ed efficacemente”, ha aggiunto il leader ucraino notando come nell’ultima settimana la Russia ha effettuato attacchi con “1.200 bombe aeree guidate, quasi 870 droni d’attacco e più di 80 missili di vario tipo”. Un’azione non in linea con l’obiettivo della pace che, secondo Trump, Mosca cerca con forza.

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