
ROMA – Amati, corteggiati, viziati. Randagi, di razza, aristocratici, dal pelo lungo, persiani (i più amati), neri, bianchi, rossi, tigrati. Sono i gatti, felini di stirpe regale, adorati come divinità nell’antico Egitto, di cui oggi, 17 febbraio 2025, si festeggia la Giornata Nazionale. Questa ricorrenza viene celebrata in date diverse in zone diverse: l’8 agosto c’è la Giornata Internazionale del Gatto e il 17 novembre la Giornata nazionale del gatto nero.
I gatti hanno sempre avuto un ruolo importante anche nel mondo della politica, dei grandi statisti, leader, re, regine, papi. Hanno abitato la Casa Bianca e i saloni di Downing Street, la corte d’Inghilterra e le magioni di sir Winston Churchill, l’Eliseo parigino e le Caravelle di Cristoforo Colombo in viaggio per le Americhe. Presenze amate, coccolate, felini star, loro malgrado, sotto i riflettori della politica.
Impossibile dimenticare il ‘first cat’ dei potentissimi Clinton, Jocks, viziato dai fotografi che lo lusingavano con superbi croccantini. Viaggiava comodamente con l’Air Force One chiuso in un trasportino con il sigillo presidenziale. A Londra il primo ministro John Major nel 1996 aveva voluto Humprey, in primo piano, nel cartoncino per gli auguri di Natale. Non amato dai successivi inquilini di Downing Street, in particolare dalla signora Blair, sembra che Humprey fosse stato cacciato dalla residenza londinese. Increduli persino i politici che dalla Camera dei Comuni, con uno dei loro rappresentanti, il conservatore Alan Clark, avanzarono una interrogazione chiedendo di dimostrare che Humprey fosse vivo. Non ci fu risposta. Solo alla sua morte il ‘Sun’ titolò: ‘Il mondo della politica piange la morte di una leggenda”.
Jock era il gatto di sir Winston Churchill, sempre insieme anche quando si sedeva a tavola e quando esalò l’ultimo respiro. Il presidente Lincoln sembra prendesse, invece, le sue decisioni più importanti solo dopo aver accarezzato uno dei suoi gatti, mentre il generale De Gaulle non si separava mai da Gris Gris. Si era ritirato nella tenuta di Marly, dopo aver diretto dalla Gran Bretagna la riorganizzazione della Francia libera, alla domanda dell’allora ministro della Cultura Malraux, che era andato a trovarlo, se mai si ritenesse inoperoso…il futuro presidente della Repubblica francese rispose: ‘Lo chieda al gatto. Insieme facciamo grandi passeggiate e grandi chiacchierate’.
L’eredità del duca di Richelieu, White Heather alla corte di S. James, gatti a bordo delle Caravelle di Colombo (Adnkronos) – Anche il potentissimo Armand – Jean du Plessis, duca di Richelieu, primo ministro sotto il regno di Luigi XIII, adorava i gatti, una vera e propria tribù (oltre 40 che convivevano in assoluta armonia) dai nomi curiosi e paradigmatici, Rubis sur l’ongle (Rubino sull’unghia), Soumise (Sottomessa), Ludovic le Cruel (Ludovico il Crudele), Perruque (Parrucca) e Lucifero… Alla sua morte lasciò parte della cospicua eredità a 14 gatti prescelti.
“Dio ha creato il gatto perchè l’uomo potesse accarezzare una piccola tigre”, confessò un giorno. Passione per i gatti che non lasciò indifferente, qualche secolo dopo, anche il miliardario americano Howard Hughes, imprenditore, regista, aviatore, costruttore di aerei, produttore cinematografico, che confinò in una suite lussuosissima uno dei gatti più amati con tanto di tv in camera perché si sentisse meno solo. Vere e proprie eminenze grigie, i gatti furono ‘sovrani’ assoluti anche alla corte di St. James.
La regina Vittoria possedeva un persiano, White Heather che passò in eredità al figlio Edoardo VII, quello che accadrà più tardi con i corgi della regina Elisabetta II. Sensibile ai felini anche Maometto, la sua preferita era Muezza. Amava addormentarsi tra le sue braccia e un giorno per non svegliarla prima di andare in Moschea a pregare, preferì tagliare una parte della manica del suo abito. Gatti esploratori e viaggiatori, loro malgrado, a bordo delle Caravelle di Cristoforo Colombo che decise di salpare alla scoperta del Nuovo Mondo con un maschio e due femmine. Nessuna forma di idolatria nei confronti dei felini, semplicemente una necessità imprescindibile la loro presenza. Sarebbero serviti per ‘attaccare’ i topi e proteggere carichi preziosi di cibo e bevande.