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Il lavoro in Toscana. Come sta andando e i cambiamenti in atto

Il lavoro in Toscana. Come sta andando e i cambiamenti in atto

Pochi giorni fa l’IRPET ha reso pubblico il “Flash Lavoro”, l’analisi trimestrale sui dati del lavoro in Toscana.
L’ultimo trimestre dell’anno ha rilevato informazioni interessanti sullo stato di salute del lavoro nella nostra regione.

Partendo dai dati nazionali IRPET rileva che il mercato del lavoro italiano ha registrato alcune dinamiche interessanti con alcuni segnali di incertezza. Le ore lavorate sono lievemente in aumento, lo 0,2% in più rispetto al trimestre precedente, ma l’1,5% in più rispetto allo stesso trimestre del 2023. Il dato è interessante alla luce del fatto che il PIL rimane invece sostanzialmente stazionario, anche se aumentano le ore di lavoro non si traducono in un’espansione dell’economia.

Venendo invece alla Toscana, IRPET evidenzia un calo delle assunzioni rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente pari al 2,2%. Il dato maggiormente negativo si registra nell’industria, con un calo di assunzioni importante pari a -8.9%, ma anche i servizi di trasporto e logistica con un -7,4%. Il settore con un segno positivo è invece quello dell’agricoltura, un’eccezione che tuttavia non cambia il trend negativo della diminuzione della domanda di lavoro.

Il mondo della moda è sicuramente il settore maggiormente in difficoltà in questo momento. Anche Toscana Post in un approfondimento che potete trovare qui, aveva parlato dei dati negativi di un settore così importante e strategico per la Toscana. La moda perde il 17% delle assunzioni, una decrescita evidente e sostanziosa che evidenzia una reale emergenza per il settore, le imprese, le lavoratrici e i lavoratori.

Un altro segnale non positivo per il mondo della manifattura è quello della crescita delle ore di Cassa Integrazione, solo nella moda in un anno passano da 2 milioni a 7 milioni.

Nonostante questi segnali di rallentamento, il numero di addetti dipendenti è ancora in crescita, seppur con variazioni non troppo sostanziose. L’occupazione a tempo indeterminato continua a trainare questa crescita, mentre diminuiscono i contratti a termine e gli apprendisti. Nel contempo, si registra una maggiore diffusione di lavoratori in somministrazione e collaboratori. Tra i settori, la manifattura ha evidenziato una variazione limitata con il comparto legato al Made in Italy, in particolare le lavorazioni della moda, che entra in territorio negativo. Al contrario, alcuni settori industriali, come quello farmaceutico e la produzione di macchine, hanno registrato aumenti più consistenti.
Un aspetto positivo è la disoccupazione, che continua a calare: il tasso di disoccupazione è sceso dal 4,4% al 3,0%, con un abbassamento del numero di disoccupati pari a 24.000 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è in crescita, sia per gli uomini che per le donne.

Le prospettive per il mercato del lavoro Toscano, ma in generale italiano non sono rosee e l’IRPET approfitta di questi dati anche per attrarre l’attenzione sul futuro difficile che il lavoro avrà in relazione alla problematica demografica: l’ ”inverno demografico”
La Toscana è una regione sempre più vecchia, la popolazione anziana è in costante aumento così come diminuisce il numero dei nuovi nati. Questa tendenza avrà impatti significativi sul mercato del lavoro, in particolare sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’analisi demografica rilevata da IRPET indica che il rapporto tra la popolazione di 60-69 anni e quella di 20-29 anni sta peggiorando progressivamente, e niente fa pensare che non continui a peggiorare nei prossimi anni. In particolare, nei territori della Toscana si registrano differenze significative in termini di disponibilità di forza lavoro giovanile per sostituire i lavoratori in uscita.
Secondo le previsioni, il flusso complessivo dei pensionamenti dal 2023 al 2033 non potrà essere interamente compensato dai nuovi ingressi nella forza lavoro, soprattutto nelle aree dove i giovani non sono numericamente sufficienti a rispondere alle necessità del mercato.

I numeri indicano che la Toscana, come l’Italia, deve investire sui giovani e il loro ingresso nel mercato del lavoro, sul colmare il gap fra formazione e domanda di lavoro delle imprese e facilitare l’ingresso creando lavoro di qualità, che è anche un deterrente al famoso fenomeno della migrazione di cervelli. Tutto questo comunque non basta a risolvere
un problema che l’inverno demografico ci pone davanti e che diventerà evidente e marcato nel prossimo decennio.
Forse dovremmo davvero capire che la soluzione sta nella regolamentazione di uno dei temi più spinosi, difficili e impopolari da affrontare: l’immigrazione.

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